Calcio Serie A. Roma forza 4 per tenere a vista la Juve

(ASI) ROMA – Una Roma bella e distratta, asfalta un'Inter concreta in attacco, quanto penetrabile in difesa. Alla fine ne esce un 4-2 che delizia i quasi 45 mila spettatori dell'Olimpico, prima gelati dalla magia di Pirlo nel recupero del derby, poi affascinati da cotanto spettacolo.

Mancini presenta la difesa a 4 a lui tanto cara, ma Gervinho si ricorda di essere una gazzella e mette a ferro e fuoco la retroguardia nerazzurra, sfruttando l'assist di Ljaijc, per il gol che vale l'1-0 e impegnando in altre due occasioni Handanovic. L'Inter sotto di un gol caracolla ma reagisce e trova il pari con capitan Ranocchia bravo a sfruttare i blocchi dei suoi compagni su un angolo. Il pari però rinvigorisce la Roma che dopo appena 110'' della ripresa, trova un gioiello di Holebas che se ne va in slalom agli statuari difensori interisti e impallina Handanovic con un missile ad incrociare che fa venir giù l'Olimpico. La Roma di questa sera però, non ha il solito dono della solidità difensiva e Osvaldo trova, complice una deviazione, il secondo pari del match, con tanto gesto provocatorio avverso ad una curva che lo becca continuamente dall'inizio della partita. Neanche il tempo di rifarsi il codino per l'argentino, che la Roma è di nuovo avanti: Gervinho lascia sul posto 2 giocatori dell'Inter la mette in mezzo per Totti che prima si vede murare la conclusione, poi in estirada, riesce a servire un assist per l'accorrente Pjanic che non sbaglia. 3-2 e Roma di nuovo avanti. Mancini, espulso proprio in occasione del gol del bosniaco, si gioca tutte le sue chance inserendo Icardi e Obi; Garcia risponde con De Rossi e Florenzi prima ed Iturbe poi. La gara si vivacizza ancor di più nel finale con l'Inter a testa bassa a tentare di recuperare lo svantaggio e la Roma pericolosissima in contropiede. Iturbe per due volte grazia Handanovic, nella prima occasione per imprecisione, nella seconda per sfortuna con la palla che esce di un soffio sul fondo. Ad una manciata di secondi dalla fine però, Pjanic direttamente da calcio di punizione, scrive i titoli di coda su una gara entusiasmante che ribadisce ancor di più come la sfida a distanza tra Roma e Juve continui, mentre per il Mancio la strada verso la soluzione del dilemma Inter sembra tutt'altro che vicina al traguardo.

LE PAGELLE

DE SANCTIS 6,5 Una parata di classe sull'1-0, una di prepotenza sul 3-2. Sui gol nulla può. Mosca e le polemiche post-Champions sono lontane anni luce.
MAICON 6,5 Per la prima volta affronta da avversario la sua ex squadra... Non si può emozionare uno col suo palmares e infatti, non si emoziona. Non ha compassione dei suoi ex colori, anzi passeggia su chiunque si presenti dalla sua parte, aiutato alla grande da Ljaijc.
MANOLAS 6,5 Per come gioca d'anticipo e d'intelligenza tattica, meriterebbe anche di più, ma sui due gol dell'Inter, l'intera retroguardia non è esente dal colpe.
ASTORI 6 Stesso discorso fatto per Manolas; fuori area è reattivo e cattivo quanto basta, tanto da scoraggiare sia Osvaldo che Palacio. Sull'angolo del primo pari rimane nei blocchi pure lui, nel secondo concede troppo spazio all'ex attaccante dell'Espanol.
HOLEBAS 7 Bene in tutto l'arco del match con discese ben congeniate e spasmodica ricerca del lancio verso Gervinho, come da dettami tattici. Il gol poi è una perla di rara bellezza. Eppure i tifosi del Pana giurano che non è nuovo a queste prodezze.
PJANIC 8 Partita sorniona specie nel primo tempo, dove il filtro di centrocampo sembra un po' morbido se non fosse per quell'indemoniato di Nainggolan. Nella ripresa si erge prima a protagonista, infilando in rete l'assist di Totti per il 3-2, poi diventa mattatore con la pennellata su punizione che chiude i conti. Giotto...
KEITA 6 Insolitamente impreciso, perde un po' troppi palloni per il target a cui ci ha abituato finora. Spende un'ammonizione giusta per fermare una ripartenza interista, molto pericolosa.
Dal 63' DE ROSSI 6,5 La sua importanza si vede quando non c'è. L'avremo scritto mille volte. Il suo lavoro da frangiflutti davanti la difesa, semplifica non poco il compito di copertura ai due centrali difensivi. Entra lui e l'Inter fa un solo tiro in porta. Domanda: sarà un caso? Risposta: no.
NAINGGOLAN 7,5 Contachilometri scaricato dopo appena mezz'ora di gioco. Nella prima frazione regge praticamente da solo l'urto col folto e agguerrito centrocampo nerazzurro, nella ripresa supporta tutti quelli che ne hanno bisogno. Al 92' chiede platealmente a Iturbe di scattare in una ripartenza condotta da lui. Alla faccia di chi lo definì una "riserva di lusso".
LJAIJC 6,5 Ancora una presenza da titolare, ancora una risposta da campione. L'assist per Gervinho è roba da intenditori; Mancini ha istruito i suoi e quando prova a rientrare col pallone gli interisti gli concedono solo il sinistro. Comincia a far paura, comincia a diventare un fattore determinante.
Dal 63' FLORENZI 6 Entra per dare maggior copertura sulla fascia di Maicon. Spreca per il solito eccesso di generosità, un contropiede fantastico. L'assist è preciso ma Gervinho è in fuorigioco. Poteva benissimo proseguire da solo.
TOTTI 7 La magìa... Partecipa attivamente al gol di Gervinho, ancor più a quello di Pjanic. Fa semplicemente cose che per gli altri sono praticamente impossibili. Cambia campo con lanci di 40 metri con precisione millimetrica. Un geometra, prestato al mondo del pallone. E meno male...
Dall'83' ITURBE 6,5 Gioca solo 7' più i 3' di recupero, ma si fa vedere vivo e vegeto. Sfiora il gol in due occasioni. Nell'ultima è davvero sfortunato col pallone che esce sul fondo davvero di un niente.
GERVINHO 7,5 Dopo aver mandato per un paio di mesi suo fratello, è tornato quello vero. Mancini prova a stanarlo coi suoi giocatori più veloci, ma l'unico modo per fermarlo quando è in giornata è sparargli. Segna un gol, se ne vede annullare un altro solo perchè corre più forte del pallone, finisce in fuorigioco una miriade di volte per lo stesso motivo. Handanovic gli nega pure la doppietta personale. Nel 3-2 c'è pure lui, anzi nasce tutto da lui.
GARCIA 7 La sua Roma torna brillante a dispetto delle fatiche di coppa. Rinuncia inizialmente a De Rossi, per tornare poi sui suoi passi dopo il 3-2. Al fischio finale vola sotto la Sud che grida "Rudi, Rudi"... Sembrava essere tornati indietro di una ventina d'anni, quando il Rudy che volava sotto la curva era un biondino teutonico e portava sulle spalle la maglia numero 9...

Fabio Maracci – Agenzia Stampa Italia

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