Calcio, Il punto sulla trentunesima giornata di serie A

(ASI) Juventus-Pescara: L’anticipo delle 18 del sabato di questa 31° giornata serie A vedeva la capolista Juventus, ospitare il Pescara ultimo e con un piede e mezzo nella serie cadetta. Conte applica un ampio turnover in vista del match di ritorno contro il Bayern Monaco e lascia a riposo Pirlo, Matri e Buffon oltre agli squalificati Barzagli e Chiellini, optando per la coppia d’attacco composta da Vucinic e Giovinco.

I bianconeri partono forte e nei primi 20 minuti costruiscono 3 nitide palle gol: prima Giaccherini ci prova dal limite, poi Giovinco al termine di una serpentina batte a rete, infine Vidal pescato da Vucinic creca la conclusione volante, ma in tutte e 3 le circostanze Pelizzoli si dimostra reattivo. A metà primo tempo Giovinco si fa male al ginocchio in un contrasto, al suo posto entra Quagliarella che dopo una decina di minuti tenta la battuta di destro, ma Pelizzoli devia sul palo e sventa la minaccia; la prima frazione si conclude a reti inviolate.       Nella ripresa il copione è analogo, i padroni di casa cercano senza sosta il gol del vantaggio e la squadra di Bucchi si difende strenuamente. Al minuto 73  però arriva l’episodio che sblocca la partita, sugli sviluppi di uno schema su calcio piazzato Vidal si trova a tu per tu con Pelizzoli, ma viene steso da Rizzo: rigore ed espulsione. Dal dischetto si presenta Vucinic e non sbaglia portando in vantaggio i suoi. Appena 5 minuti dopo il montenegrino raddoppia, entra in area da sinistra, salta un difensore e di destro infila Pelizzoli per la seconda volta. Nel finale entra anche Matri, ma quando la Juve sembra in procinto di affondare il colpo, come un fulmine a ciel sereno arriva uno splendido sinistro da 25 metri di Cascione che si infila al sette, alle spalle di un incolpevole Storari. Nel recupero però i padroni di casa gestiscono il risultato e portano a casa 3 punti che li avvicinano ulteriormente alla conquista del titolo.

Fiorentina-Milan: Uno dei big match di questa 31° giornata era quello che anteponeva la Fiorentina di Vincenzo Montella al lanciatissimo Milan di Massimiliano Allegri. Nell’anticipo domenicale delle 12.30 i viola si giocavano le proprie residue chance di competere per un piazzamento Champions, i rossoneri invece forti del grande rendimento di quest’inizio 2013, volevano allungare la striscia positiva, e magari insidiare il Napoli al secondo posto. Padroni di casa con Lijaic e Jovetic (recuperato in extremis) davanti, ospiti invece col tridente Boateng-Balotelli-El Sharaawi e Montolivo (grande ex di turno) regista.                              Dopo soli 14 minuti il match si sblocca, Pizarro perde una palla sanguinosa sulla propria trequarti campo, Montolivo ne approfitta involandosi  verso la porta di Viviano e battendolo con un chirurgico destro rasoterra, portando in vantaggio i suoi in quello che fino a pochi mesi fa era il suo stadio. La Fiorentina abbozza una reazione, ma i rossoneri si coprono bene e sfiorano il raddoppio con un colpo di testa di El Sharaawi su traversone di Montolivo. Al 39° il “faraone” si invola verso la porta viola, Tomovic lo stende e Tagliavento opta per il rosso diretto, ritenendo volontaria la gomitata del difensore (sanzione a dir poco eccessiva); Montella corre ai ripari inserendo in chiusura di tempo Romulo per Jovetic.                                              Nella ripresa il Milan sembra poter sfruttare la superiorità numerica e al 62° passa di nuovo con Flamini che devia in rete un cross basso di Montolivo da destra: 2-0. Da lì la Fiorentina reagisce con una forza ed una veemenza degne di una big e proprio quando i rossoneri sembravano poter gestire agevolmente il match, accorciano le distanze su un rigore (concesso più che generosamente) conquistato e realizzato da Liaijc. Al 73° Cuadrado entra in area da destra rientra sul sinistro e De Sciglio lo attera, per l’arbitro è ancora rigore (altra valutazione piuttosto dubbia); della battuta stavolta si incarica Pizarro e trafigge Abbiati, siglando la rete del pareggio. Nell’ultimo quarto d’ora i rossoneri cercano il nuovo vantaggio, ma i viola si chiudono bene e portano a casa un 2-2 fondamentale soprattutto per come è maturato. Da sottolineare il pessimo arbitraggio di Tagliavento da Terni, che oltre agli episodi già citati nega 2 rigori solari al Milan negli ultimi 5 minuti (Abate atterrato in area e fallo di mano di Roncaglia).

Napoli-Genoa: In uno dei 2 posticipi delle 20.45 della domenica, i partenopei avevano la ghiotta chance di portarsi a +4 dal Milan e consolidare il secondo posto, di fronte però c’era un Genoa bisognoso di punti salvezza. Mazzarri conferma Dzemaili a centrocampo (dopo la tripletta di Torino), mentre davanti opta ancora per Pandev al fianco di Cavani con Hamsik a rimorchio. Ballardini invece preferisce Immobile a Borriello nel ruolo di unica punta con Bertolacci a supporto. I padroni di casa partono col piede giusto e fin dalle prime battute creano pericoli nella metà campo avversaria, al minuto 18 Pandev servito da Cavani rientra sul destro e conclude sotto la traversa, trovando la rete del vantaggio. 10 minuti dopo Dzemaili servito sulla corsa da Hamsik, si ritrova a tu per tu con Frey e lo batte di sinistro; 2-0. Sul finire della prima frazione il Genoa prova ad accorciare le distanze con Immobile prima e Jankovic poi, ma De Sanctis non si fa sorprendere. Nella ripresa il Napoli concede poco difensivamente e si rende a più riprese pericoloso, al 64° la squadra di Mazzarri ha la palla del possibile match point, i partenopei infatti si conquistano un calcio di rigore, dal dischetto però Cavani si fa ipnotizzare da Frey che ne respinge la battuta. Nell’ultimo quarto d’ora è ancora il matador a rendersi pericoloso in 2 circostanze, prima di testa su cross da destra di Armero, poi di sinistro al volo, ma entrambe le conclusioni trovano l’opposizione di Frey (il migliore dei suoi). Finisce 2-0 col Napoli che allunga sul Milan ed il Genoa che resta a 27 punti, assieme a Palermo e Siena.

Inter-Atalanta: L’altro posticipo serale della domenica si disputava a San Siro dove l’Atalanta di Colantuono era ospite dell’Inter di Stramaccioni, intenzionata a vincere per alimentare le proprie chance di terzo posto. I nerazzurri privi di Palacio scendono in campo con Rocchi al fianco di Cassano, Guarìn a supporto e Kovacic playmaker davanti alla difesa, l’Atalanta risponde col consueto 4-4-1-1 con Denis vertice offensivo e Bonaventura alle sue spalle. Nella prima frazione non accade molto, entrambe le squadre mostrano un atteggiamento piuttosto prudente, volto più a non subire gol che a farne. Alla mezz’ora l’Inter perde Cassano per un problema muscolare (entità dell’infortunio ancora da stabilire), al suo posto Stramaccioni inserisce Alvarez. In chiusura di prima frazione, esattamente al 44° i padroni di casa passano con Rocchi, che realizza la tanto attesa 100° marcatura in serie A.                                                                                                               Nella ripresa le 2 squadre mostrano molta più intensità, rendendo la partita molto più spettacolare e ricca di capovolgimenti di fronte. Al 54° Colantuono gioca la carta Liaja per rafforzare l’attacco e 2 minuti dopo è proprio l’attaccante croato che serve Bonaventura, il quale a tu per tu con Handanovic, lo beffa con un preciso pallonetto e pareggia i conti. Un minuto dopo, al 57° l’Inter torna di nuovo in vantaggio con Alvarez, che approfitta di una disattenzione difensiva dei bergamaschi e di testa anticipa l’uscita di Polito (in porta la posto dello squalificato Consigli). Al 61° i nerazzurri vanno ancora a segno sempre con Alvarez, che, una volta entrato in area con un diagonale di destro sigla il 3-1. Partita chiusa? Tutt’altro, perché al 64° sugli sviluppi di un traversone da destra l’arbitro vede un inesistente tocco di mano di Samuel ed assegna un penalty all’Atalanta: dal dischetto Denis non sbaglia e accorcia le distanze. L’Inter accusa il colpo, gli ospiti invece acquistano fiducia e si riversano in avanti, e trovano il gol ancora con Denis, che con un desto angolato beffa di nuovo Handanovic. Al 77° i bergamaschi completano una storica rimonta, Bonaventura si invola sull’out di destra e crossa basso per il “tanque” Denis, che di prima intenzione col destro insacca di nuovo, realizzando la personale tripletta. I padroni di casa non ci stanno e nell’ultimo quarto d’ora assediano l’area avversaria. A tempo scaduto Raimondi sferra un pugno a Schelotto, meritandosi il rosso, e al 94° su traversone di Guarìn, Ranocchia si trova fra i piedi la palla del possibile pareggio, ma incredibilmente dal limite dell’area piccola cicca la sfera. Finisce 3-4 quindi, con tanto di rissa in campo dopo il fischio finale, nel postpartita invece sia Stramaccioni che il presidente Moratti criticano l’operato dell’arbitro Gervasoni, reo di aver riaperto la partita assegnando un rigore oggettivamente inesistente.

Roma-Lazio: Il derby non è mai una partita come le altre si sa, quello di Roma poi, è forse il più sentito data la profonda rivalità fra le 2 fazioni. Quello di lunedì sera però risultava importantissimo anche ai fini della classifica per le 2 squadre, entrambe bisognose di una vittoria per mantenere vive le proprie speranze di accedere alle coppe europee. Andreazzoli, data la squalifica di Osvaldo, conferma il duo d’attacco composto da capitan Totti e Lamela, Petkovic invece, ritrova Klose dal primo minuto e piazza Hernanes, Candreva e Lulic alle sue spalle. La Lazio spinge subito il piede sull’acceleratore e dopo un paio di occasioni, passa al 16° col “profeta” Hernanes, che rientra sul sinistro e da fuori area lascia partire un missile che si infila al sette. La Roma prova a reagire immediatamente con Totti, che lascia partire un bolide da 25 metri, ma Marchetti si dimostra reattivo. I giallorossi nel corso della prima frazione continuano a spingere con una certa intensità, ma la Lazio difende con grande organizzazione e scanso una conclusione di Florenzi non concede palle gol nitide.                                                                                                                                                          Al 4° del secondo tempo i biancocelesti avrebbero l’occasione per uccidere il match: un cross da sinistra viene toccato con un braccio da Marquinhos, l’aarbitro decreta il rigore, ma Hernanes dal dischetto spara a lato. Appena 8 minuti dopo al 57°, il direttore di gara assegna un altro penalty, stavolta alla Roma, della trasformazione si incarica naturalmente Totti e ristabilisce la parità. Andreazzoli inserisce anche Destro e Bradley e sull’ onda dell’entusiasmo i giallorossi continuano ad attaccare con una certa veemenza. Al 69° Biava riceve il secondo giallo e lascia i suoi in inferiorità numerica. Negli ultimi 20 minuti la Roma ha 2 clamorose occasioni per portare a casa i 3 punti, prima dopo una respinta su tiro da fuori, il tap in di Florenzi viene miracolosamente respinto da Marchetti, poi su traversone da sinistra di Totti Lamela spedisce alto di testa da 2 passi. Finisce 1-1 quindi, pareggio che ai fini della classifica serve poco ad entrambe le squadre.

Le altre partite: L’Udinese ritrova la vittoria dopo 3 partite di astinenza, a trascinare i friulani è il solito Totò Di Natale, autore di una doppietta (fortuita lamprima rete, da antologia la seconda, al volo di sinistro su traversone da sinistra) e dell’assist per il 3-1 di Benatia; di Thearau il gol della bandiera per i gialloblu.                 Il Palermo sta beneficiando della cura Sannino ed ottiene la seconda vittoria consecutiva con un convincente 3-1 in casa della Sampdoria. Il vantaggio rosanero  Von Bergen, sugli sviluppi di un corner di Miccoli, il raddoppio lo sigla Ilicic, che di sinistro batte Romero al termine di una splendida azione personale, il terzo gol è opera di Garcia; il provvisorio pareggio blucerchiato lo realizza Munari. L’anticipo del sabato sera tra Bologna e Torino si chiude 2-2; Toro in vantaggio con Barreto che approfitta di una respinta corta di Curci, poi i felsinei ribalatano grazie alle reti di Konè e Guarente (splendida conclusione da fuori area), al 93° però, il neo entrato Rolando Bianchi ristabilisce la parità correggendo in rete un traversone di D’Ambrosio da sinistra. Finiscono 0-0 Siena-Parma e Catania-Cagliari.

Alessandro Angonioacci- Agenzia Stampa Italia

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