(ASI) Tra il fumo di Londra, che aumenta l’attesa per la grande sfida di mercoledì contro i campioni d’Europa del Chelsea, la Juve deve pensare al campionato e di fronte c’è un ostico Genoa con un binomio d’attacco tutto ex Juve come Immobile e Borriello. Conte-Carrera decidono di attuare il turn over e per questo lasciano ai box Vidal, Vucinic, Asamoah e Lichsteiner e mettono Giaccherini, Matri, De Ceglie e il rientrante Caceres.

Partita subito bella, con un Genoa ben messo in campo da Gigi De Canio e che prova a impensierire la Juve, la prima occasione arriva al 10’ con Immobile che brucia la difesa juventina della triade Bonucci, Barzagli e Chiellini e si ritrova a tu per tu con Buffon, ma la paura di trovarsi di fronte il numero 1 al mondo lo fa sbagliare. La Juve cerca di replicare e si avvicina pericolosamente con Marchisio. Ma questa Juve è un po’ imballata e il grifone punge e riesce ad arrivare facilmente in area, su una percussione di Jancovic, viene servito Immobile, che si smarca dalla morsa dei tre moschettieri e colpendo male, mette una palla calibrata che colpisce prima il palo sinistro e poi entra in rete. Marassi in delirio e Juve che deve rimontare. Subito dopo, però, è sempre il Genoa che può raddoppiare Borriello si trova di fronte a Buffon, ma è provvidenziale Bonucci che in scivolata sventa il tiro. La squadra di De Canio mette pressione ai campioni d’Italia che si ritrovano persino a tirare due punizioni dal limite facendo prendere due gialli a Pirlo e Bonucci (si voleva il rosso, perché quest’ultimo era stato ammonito prima, ma poi l’ammonizione, dopo un consulto fra glia arbitri è stata attribuita a Pirlo), ma Buffon si è fatto trovare pronto. Quello che più graffia dei bianconeri è Giaccherini, che muovendosi come un furetto riesce nel finale del primo tempo a servire Matri davanti a Frey, si smarca, ma poi tira alto. Un meritato vantaggio rossoblu, manda una Juve negli spogliatoio, che fa iniziare il riscaldamento alle sue colonne ai box.

L’inizio ripresa vede pericoloso Giovinco che parte dalla sinistra, colpisce il palo e poi Giaccherini non mette dentro a porta vuota. Ma il Genoa non sta a guardare, Immobile è immarcabile e Sampieri su punizione di Jankovic si mangia un goal colpendo male di testa. Borriello poi sempre su cross, vola in alto e prende una clamorosa traversa. Conte capisce che è ora di usare le armi pesanti e mette Asamoah e Vucinic per lo spento De Ceglie e il decisamente poco convincente Matri. La Juve diventa più sicura, ma il Genoa ha ancora benzina, Immobile serve Bertolacci, che solo davanti a Buffon si fa ipnotizzare e il portierone fa un’altra partata, contropiede la palla va a Vucinic che si smarca, serve la corrente Giaccherini che con un tiro al volo trafigge Frey. E’ la dura legge del goal, proprio quando la Juve sembrava alle corde, con il suo leader e capitano ha trovato la forza di reagire e con il tocco di classe di Vucinic ha servito il pimpante e reattivo Giaccherini che era la terza volta che cercava la via del goal. Questa volta Buffon si è vendicato di Bertolacci, che lo trafisse in quel Juve-Lecce che mise tanta paura alla terz’ultima giornata e che gettò un’ombra sullo scudetto della vendetta. Il Genoa subisce il colpo e sembra perdere le energie così il binomio Conte-Carrera mettono Lichsteiner per l’impreciso Caceres. La Juve sale e con le sue ali, si avvicina sempre di più, finché Sampieri fa un altro errore madornale e atterra ingenuamente Asamoah: rigore. Terzo rigore in tre partite, nuovo bisticcio per chi lo tira tra Vucinic e Giovinco (data l’assenza di Vidal), che prima respinge il numero 12 e poi Pirlo. Fucilata del montenegrino e sorpasso 2 a 1. Il numero 9 però non è pago e nel finale con un Genoa ormai desolato fa un diagonale da destra a sinistra che Frey devia, ma che Asamoah butta dentro, per il definitivo 3 a 1.

Vittoria importantissima in un brutto Marassi, con un Genoa ordinato e aggressivo, con un Immobile decisamente immarcabile, ma che alla fine ha sprecato troppe occasioni, che con la Juve non si possono perdonare. Bisogna dire che la Juve del primo tempo non è quella dei top, vista l’ombra del Chelsea, che però quando sono entrati hanno fatto la differenza: Vucinic un goal e due assist, Asamoah un goal e ha ottenuto il rigore. Nel finale, seppur con un po’ di fortuna e protetti da quel san Buffon autore di diversi miracoli hanno permesso agli uomini di Conte, che ha azzeccato pienamente i cambi, di trasformare una disfatta in un trionfo. Cade così anche il Genoa, l’unica squadra a non essere mai stata battuta l’anno scorso dalla corazzata bianconera insieme al Chievo (che arriva domenica a Torino). Tre su tre, con un Milan al rallentare viste le due sconfitte e accompagnata da una Lazio e un Napoli dilaganti, ma finalmente i pensieri del campionato si faranno da parte per tre giorni, perché ritorna la Champion con un suggestivo ed emozionante ritorno a Stanford Bridge, due anni di esilio, che aumentano la fame di far bene e stupire, la Juve di Ranieri uscì tre anni fa agli ottavi proprio contro gli inglesi, ma quella era un’altra Juve, ora è tutta un’altra musica.

Daniele Corvi per Agenzia Stampa Italia

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