(ASI) Alla fine la domanda è: se il Perugia ha giocato al disotto dei suoi standard e l’Andria al disopra, quale è la causa e quale l’effetto tra le due cose? Nelle fila dei grifoni, in sostanza, tutti accettano il pareggio come un buon punto, colto su un terreno difficile (leggasi: fondo da coltivazione di patate) e contro un avversario che ha costruito tutta la partita su un agonismo spinto a mille e sul contenimento.
Tra le righe, però, rimane un po’ di rammarico per un’occasione che si sarebbe potuta sfruttare meglio, se solo il Perugia, nella ripresa, avesse trovato un minimo in più di continuità nel fraseggio e la stoccata di qualche suo uomo di qualità.
Il primo tempo, condizionato dal gol a freddo di La Rosa, ha comunque visto il Perugia proporsi costantemente in avanti. La manovra scorreva abbastanza, nonostante l’Andria avesse la linea difensiva costantemente a cinque. Negli ultimi venti metri, però, a parte il gol di Politano al 23’, i biancorossi hanno accusato poca freddezza.
Nel secondo tempo, ci si aspettava un calo fisico dell’Andria, che invece non c’è stato, eccetto che negli ultimi dieci minuti. Il Perugia, dunque, non ha avuto né in larghezza, né in profondità, gli spazi che servono al dispiegarsi della sua manovra avvolgente e si è affidato giocoforza ai lanci lunghi, con Ciofani chiuso in mezzo tra i centrali. In questo modo è diventata un’impresa guadagnare metri, fare cinque o sei passaggi di fila, aggirare la muraglia andriese e liberare l’uomo alla conclusione. L’Andria ha continuato a fare con applicazione la fase difensiva e ha pure cercato qualche ripartenza, specie sulla sinistra, per sorprendere una difesa perugina oggi non impeccabile in qualche chiusura.
Solo negli ultimissimi minuti, dopo l’ingresso di Fabinho per Clemente, il Grifo ha dato l’impressione di poter affondare il colpo, ma proprio il brasiliano, imbeccato deliziosamente da Esposito, al 40’ si è visto ribattere la conclusione di punta, da pochi passi, dal portiere Rossi.
Nell’economia di tutto un campionato, un pari esterno su un campo difficile come Andria ha certo un segno positivo. Ma per riprendere il filotto delle vittorie, visto ‘affollamento in cima alla classifica, ci sarà bisogno, già dall’anticipo col Pisa di venerdi prossimo, del Perugia visto nelle prime partite di campionato.
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Le interviste post partita
BATTISTINI: il Perugia alla fine ha giocato come poteva, dato il campo e il modo di giocare aggressivo e solo votato al contenimento degli avversari. Peccato solo che nel secondo tempo sia mancata la freddezza per la stoccata finale, visto che il Perugia ha giocatori capaci di far male negli ultimi venti metri. E’ mancata la profondità per fare le giocate che il Perugia sa fare. Il fallo su Esposito in area probabilmente era da rigore. Moscati è stato preferito a Rantier dall’inizio perché uomo dalle caratteristiche più consone a fronteggiare l’Andria. Poi, Rantier nella ripresa, aveva il senso di poter scardinare la difesa andriese con le sue giocate.
ARCIPRETI: Il terreno di gioco era sfavorevole ad una squadra tecnica come il Perugia. Il punto è comunque un buon punto, perché non si può pensare di vincere sempre, specie con avversari così dediti all’agonismo e su campi ambientalmente difficili come Andria, dove non molte squadre faranno punti facilmente. Si è visto meno il Perugia tecnico delle prime partite, ma si è comunque visto il Grifo che sa lottare e questo è importante in vista delle prossime trasferte di Avellino e Nocera. Ma il Perugia deve tornare a giocare come sa già dall’anticipo di venerdi col Pisa, squadra che per livello qualitativo viene subito dopo Avellino, Benevento e Perugia. Il Latina è primo con noi anche perché oggi aveva un turno più favorevole. Santopadre e Moneti (impossibilitati a parlare per la squalifica: ndr) alla fine hanno capito che è un punto buono , anche se la maggiore qualità dei nostri li ha fatti sperare fino alla fine nella giocata risolutiva.
POLITANO: Il punto è considerato buono dalla squadra, perché la prestazione è stata comunque buona in rapporto alle condizioni difficili ed all’avversario oggi affrontato. Il secondo gol di testa (dopo quello di Barletta) è nato da un inserimento da dietro sul secondo palo. A Roma mi aspetta Zeman? Ma, intanto sono a Perugia e c’è tutta una stagione davanti, alla fine della quale vedrò se tornerò a Roma o, chissà, resterò a Perugia, dove mi trovo benissimo.
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Daniele Orlandi-Agenzia Stampa Italia
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