(ASI) Perugia. Come ogni anno oltre ai palchi principali di UJ abbiamo voluto seguire quelli di nicchia, comunque molto caratteristici di questo grande festival internazionale e che rientrano nel programma ufficiale della manifestazione.
Abbiamo seguito un gruppo che nella scorsa edizione ci aveva interessato ed incuriosito, il MAX GALLO QUARTET per valutarne la evoluzione espressiva e tecnica. Avevamo fatto bene a scommetterci. Quest’anno, complice un organico di eccellenza, il quartetto si è espresso al sapore dei “fuochi artificiali”, dando ottima prova di se e dimostrando un notevole balzo in avanti. In questa occasione hanno manifestato tutta la loro consolidata esperienza, anche per gli ospiti che ricevono nella loro formazione: Scott Hamilton ed altri sassofonisti italiani di prestigio. Come nella precedente edizione anche quest’anno si esibiscono di sera tra le 19:00 e le 22:00 presso il locale “La Bottega del Vino” situato nelle adiacenze di Corso Vannucci; uno degli ambient “dinner-aperitif and music” ufficiali del festival di Umbria Jazz, come si evince dal programma. Max Gallo, torinese, ha intrapreso gli studi di chitarra dall'età di tredici anni, conseguendo il diploma in Arrangiamento e Composizione per Big Band. Oggi è tra i chitarristi jazz mainstream più apprezzati, vanta collaborazioni, oltre al mansionato Scott Hamilton, con John Riley, Byron Landham, John Webber, Gianni Cazzola. Per le serate della edizione di UJ 2018 suonano con lui: Jacopo Mazza al pianoforte, Giorgio Allara al contrabbasso e Giovanni Paolo Liguori alla batteria. Tutti eccellenti strumentisti. Abbiamo avuto modo di ascoltarli ieri sera, mercoledì 19 luglio nella performance in replica delle ore 22:00 alla Bottega e come detto abbiamo ricevuto una straordinaria impressione di maturità ed intelligenza musicali. Sensazioni di professionalità, padronanza e scorrevolezza musicali, che determinano non solo climax ma anche facilità di ascolto, senza cedimenti nella tensione musicale da un lato e senza creare affaticamento uditivo. Sebbene siano un gruppo più adatto al grande palco, hanno saputo sfruttare perfettamente la circostanza del “club musicale” eseguendo un jazz tradizionale, assolutamente non obsoleto, proporzionato agli spazi. Difficile sbilanciarsi sulle caratteristiche dei singoli musicisti, che ripetiamo essere tutti molto bravi; ma una nota vogliamo darla, per perimetro di competenze, sul pianista che ci impressiona e con cui abbiamo scambiato alcune impressioni al termine della performance. Jacopo Mazza, diplomatosi al conservatorio di Milano con specializzazione jazzistica, ha un tocco pianistico, una velocità una precisione ed una inventiva musicale che gli permettono di distinguersi da molti altri pianisti che abbiamo potuto ascoltare negli ultimi dieci anni di Umbria Jazz, su palchi ben più blasonati. Nel complesso hanno eseguito con grande fluidità, scambi precisi, piacevoli sonorità.
La partecipazione a questa edizione del festival di jazz perugino, è stata l’occasione per raccontare in anteprime il loro ultimo “progetto musicale”, sfociato in un recentissimo CD che sarà presentato ufficialmente soltanto in ottobre. Vogliamo, come redazione, cogliere questo spunto per segnalarlo e diffonderlo appunto in anteprima agli appassionati di jazz.
Per ASI, Giuseppe Nardelli