(ASI) Perugia.Dopo il bel concerto di domenica sera 9 luglio dedicato a “Tenco, i cantautori italiani e il jazz” (con: Giuliano Sangiorgi, Gaetano Curreri, Gino Paoli, Paolo Fresu, Danilo Rea,
e Mauro Ottolini Band + Orchestra da Camera di Perugia, con Vanessa Tagliabue Yorke, Kento & Dj Fuzzten, Bocephus King) è stata la volta di un Jazz tutto al femminile: quello del concerto di lunedì 10 luglio dell’Arena Santa Giuliana. Con la formazione Ledies! si assiste da subito e indubbiamente un Jazz raffinato, di livello molto buono. Le musiciste (Renee Rosnes - artistic direction, piano ; Cécile McLorin Salvant - voice ; Anat Cohen – clarinet ; Melissa Aldana – saxophone ; Ingrid Jensen – trumpet ; Noriko Ueda - double bass ; Allisson Miller – drums) propongono un jazz classico, molto riconoscibile, immediato ma con sonorità tutt’altro che arcaiche e sensibilità nettamente attuale. Una esecuzione pianistica e trombettistica non sempre precisa all’inizio di concerto che migliora molto con l’andare dei pezzi, e che favorisce una certa spontaneità, naturalezza, morbidezza. Molto bella e coinvolgente la voce della Salvant che è versatile quanto gradevole negli swing, e che orami appartiene alle grandi voci internazionali del jazz. Tutti eccellenti gli arrangiamenti. Mentre tra gli assoli spicca finalmente la tromba di Ingrid Jensen, e la leggerissima ottima batterista, la migliore musicista della serata è la clarinettista Anat Cohen. Una espressione di questo legno, veramente alta, tra cui si riconosce una pennellata della “Maria” di Bernstein. Un concerto di genere a sensazioni spiccatamente classiche veramente piacevole all’ascolto e quanto mai raffinato; con un tocco, una impostazione, un merletto tutto femminile. Il pianoforte eccelle in aperture armoniche ed ha un tocco abbastanza mascolino, debole la sassofonista. Dagli esperti del pubblico risulta apprezzata anche la contrabbassista che purtroppo resta in un certo senso dietro le quinte e appunto attende gli intenditori per essere apprezzata in pieno. Questo gruppo attuale, metropolitano, è versatile ed esprime padronanza del palco e determinazione. Come afferma il sito ufficiale: “Si potrebbe considerare un manifesto programmatico della affermazione delle donne e della loro voglia di declinare al femminile il mondo del jazz”.
Segue la seconda parte del concerto con la ormai famosa Dee Dee Bridgewater che dedica il programma della sera alla musica di Memphis, Tennessee. Il suo nuovo progetto discografico ed il relativo tour promozionale sono dedicati alla musica di Memphis, che è la sua città natale ed è anche una delle grandi capitali della musica americana. Il programma della serata, come era atteso, propone grandi classici, blues, soul, r&b. La voce è ancora potente e limpida, morbida all’occorrenza. Una cantante che già dalla presenza scenica appartiene alle grandi voci della musica jazz americana, storiche e che resteranno nella vicenda di questo genere musicale. Le sue canzoni sono introdotte da ricordi e spiegazioni delle vicende di vita, sotto forma di recitativi ritmati sostenuti dalla orchestra. Con tributi a Martin Luter king, B. B. King e a molte altre figure della scena artistica statunitense fa trapelare bene e chiaramente un gusto musicale e stilistico tutto anni Ottanta (fase determinante per questa artista svoltasi a Parigi) ed una origine gospel e afroamericana delle origini. L’orchestra è eccellente dai fiati alle corde, ma fa solo da sfondo a questa cantante che trova un grande apprezzamento da parte del pubblico e non delude nessuna delle attese.
Giuseppe Marino Nardelli – Agenzia Stampa Italia