(ASI) Lavori in corso per definire nuove e durature collaborazioni, promuovendo insieme alla musica e alla cultura tutto il sistema Umbria e la sua offerta: l’edizione “zero” di Umbria Jazz in Cina, con 18 concerti in dieci giorni fra Pechino, Shangai, Qingdao e Guangzhou che hanno visto sulla scena Danilo Rea, i Funk Off e il quintetto di Fabrizio Bosso e ai quali hanno assistito oltre 18mila spettatori, ha già prodotto importanti risultati.
A tracciare un bilancio dell’esperienza cinese e illustrare le prospettive che si sono aperte sono stati, nel corso di una conferenza stampa, i rappresentanti di alcune delle istituzioni che hanno promosso e organizzato la “prima volta” del festival umbro in Cina. L’evento si è svolto dal 27 aprile all’8 maggio scorso ed è stato organizzato dalla Fondazione Umbria Jazz con il sostegno della Regione Umbria, dell’Ambasciata italiana, dei Consolati italiani di Shanghai e Guangzhou, degli Istituti Italiani di Cultura di Pechino e Shanghai, con il supporto del ministero dei Beni culturali, dell’Ice di Shanghai, della Fondazione Italia-Cina, del “main sponsor” Farchioni (terzo gruppo alimentare italiano), di Lifestyle Italia, dell’Università dei Sapori di Perugia.
All’incontro con i giornalisti hanno preso parte l’assessore regionale alla Cultura, Fernanda Cecchini; Stefano Lazzari per la Fondazione Umbria Jazz; il direttore artistico di Umbria Jazz Carlo Pagnotta, il direttore dell’Ice di Shangai Claudio Pasqualucci, Andrea Canapa per la Fondazione Italia-Cina, Livio Rotini in rappresentanza del gruppo Farchioni. Da parte di tutti è stato sottolineato l’altissimo interesse e l’attenzione “sorprendente” riscontrati da parte del pubblico, fra cui anche famiglie e bambini, durante i concerti, alcuni dei quali sono stati inseriti nel programma del JZ Spring Festival di Shangai.