Un regime, ecco tutto. Sul “caso Vannacci”

Un regime

(ASI) Un regime. Senza aggettivo qualificativo, dacché, così facendo, entreremmo nella selva delle categorizzazioni antiche: regime dispotico, oligarchico, democratico, ecc.

Si tratta di un idealtipo oggi incarnatosi nella specie della gogna di Stato: il gen. Vannacci non può, non deve parlare. Non osi parlare, innanzitutto, e magari avere idee proprio anche ricevute, ma sempre da lui elaborate. Il Regime – stavolta la maiuscola è d’obbligo – non può permettere ciò. L’ideologia del politicamente corretto, una volta penetrata nel corpo dello Stato, rende la tragedia una vera e propria farsa, come Marx aveva intuito in tempi non sospetti. Undici mesi di sospensione dal servizio – altra ridicola cifra: perché non dodici? – per aver mortificato il livello etico di istituzioni che nessuno, in privato,  considererebbe degne di siffatta qualifica. Le forze armate di un Paese in cui le tasse degli italiani vanno ad una causa bellica per la quale la maggioranza degli italiani non vorrebbero spendere neanche un centesimo: la democrazia che censura i sondaggi che danno voce al popolo. Il popolo poi è “sovrano”, certo, qualcuno l’aveva scritto e detto, nella remota isola delle illusioni.

Tutti si riempiono la bocca con lo stracitato art. 21 della Costituzione, la quale, visto che è “la più bella del mondo”, possiamo anche permetterci il lusso di stralciare il viatico della libertà ad uso e consumo di amici e amici degli amici. Recita il suddetto articolo: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Amen. Sembra un bel sermone illuministico che Vannaci ha visto calare su di lui come tradimento effettuale e riduzione del vivere personale e civile. Dico Vannaci perché parlo di Iannuzzi, che scrive, e dell’ultimo italiano che non conosco, ma che è libero di manifestare il proprio pensiero, secondo il santificato articolo citato.

Democrazia?

Un regime, dunque. Ma non era, questa, la democrazia? Orbene, noi non viviamo tra le steppe desolate dell’energumeno Putin, macellaio dei nemici e affamatore dei popoli, non viviamo nella Cina dei nuovi mandarini despoti del capitalismo col quale traffichiamo allegramente, noi non siamo propaggini delittuose di movimenti populisti latinoamericani. No, siamo in Italia e ci teniamo ad essere democratici senza virgolette e, quindi, secondo il paradosso ultimo di cui qui trattiamo, possiamo anche ridurre a zero la libertà altrui, perché tutti devono cantare secondo la “nostra” libertà, che, come la giustizia per Giolitti, vale solo per gli amici e gli amici degli amici.

No, si tratta di “dispotismo legale”

Forse il nome appropriato per questo regime c’è: “dispotismo legale”.

Si tratta di una vecchia formula del tardo Settecento, partorita nel seno del collettivo intellettuale degli economisti e primi ideologi del potere monarchico “progressista”, i Fisiocratici. Siamo nella Francia pre-rivoluzionaria. Questi signori hanno capito che far tenere la mazza in mano a chi comanda, mentre gli altri tacciono e i mercati fanno la loro corsa è il vero scenario per un’autentica trasformazione della società.

Qualcuno ha scritto qualcosa in merito:

«Ad ogni buon conto, di una cosa possiamo essere sicuri: il dispotismo è una pratica sociale occidentale e moderna volta alla “trasformazione” della società civile. Il problema che si apre, drammatico, è sapere di che segno possa essere una “trasformazione” operata dispoticamente. Visto che la trasformazione trova terreno fertile nella dinamica dello sviluppo della società civile, l’Occidente capitalistico e ricco non può che tenere tale questione all’ordine del giorno. Il pericolo di emergenze “dispotiche” costringe (o, almeno, dovrebbe costringere) il pensiero sociale a considerare i tratti specifici delle trasformazioni socio-politiche. La domanda che ricorre è la seguente: quale trasformazione per quale società. Ma questa è davvero un’altra storia”.

Sono le ultime parole dell’introduzione alla mia tesi, redatta e discussa alla fine del 1990. Le scrivevo ancora ventitreenne, oggi di anni ne ho cinquantotto e, dopo un quarto di secolo, quel “pericolo di emergenze dispotiche” in seno alla “democrazia” è una realtà fattuale, dal Covid in poi, a dire il vero, un caso di scuola. La differenza è che oggi non potrei più dire ingenuamente, come allora: “questa è davvero un’altra storia”. Semplicemente perché questa è, da tempo, la nostra storia.

Raffaele Iannunzi - Agenzia Stampa Italia

 

ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione

Ultimi articoli

Lavoro: Coldiretti, bene proroga occasionale, ora stabilizzarlo in finanziaria. Misura sociale utilizzata da studenti e pensionati che completa il mercato del lavoro nei campi

(ASI) La proroga del lavoro occasionale in agricoltura contenuta nel ddl Semplificazioni è importante rispetto a uno strumento che ha dimostrato di rappresentare una misura utile, anche a livello sociale, senza ...

UGL entra per la prima volta nella RSU della STS Società Tipografica Siciliana S.p.A.

(ASI) Per la prima volta l'UGL conquista la rappresentanza sindacale all'interno della STS Società Tipografica Siciliana S.p.A., nella Zona Industriale di Catania. Alle elezioni per il rinnovo delle ...

Ue: Giglio Vigna (Lega), non imporre ideologia. Italia per neutralità tecnologica 

(ASI) Roma, 5 dic. - "L'Italia è per la neutralità tecnologica. L'Italia è contro l'ideologia dell'elettrico al 100%. Per questo diciamo sì a tutte le tecnologie: elettrico, biogas, biocarburanti, idrogeno, e-diesel, diesel di ultima ...

Rosellina Madeo (Pd): «Superare le divisioni interne per tornare alla maggioranza»

(ASI) Cosenza – «Il grande progetto del Partito Democratico ha bisogno di tutti noi, nessuno escluso. Occorre superare le divisioni interne e mettere da parte i personalismi – così la consigliera regionale ...

Casanova 300" presentato a Roma presso Villa Altieri

(ASI) Roma - Nel pomeriggio del 3 dicembre 2025 si è tenuta, nell'ambito del progetto "Casanova 300" a trecento anni dalla nascita di Giacomo Casanova, presso Villa Altieri "Palazzo della Cultura e della Memoria ...

Prisco: "Santa Barbara ci ricorda il valore di chi ogni giorno protegge il Paese con coraggio e dedizione"

(ASI) «Quella di oggi non è solo una ricorrenza, ma un momento di profonda gratitudine verso le donne e gli uomini del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che con professionalità, ...

Marino, partecipazione a convegno su referendum. Ambrogiani soddisfatto

(ASI) “È stato un importante momento di partecipazione e confronto il convegno organizzato nei giorni scorsi dal comitato civico “Si può fare”, dal titolo “Prepariamoci al referendum – Il piacere e il ...

Marco Squarta(FDI-ECR) sull’immigrazione l’Europa finalmente cambia rotta.

(ASi) "Abbiamo portato a casa una vittoria vera in Europa sull’immigrazione. Una vittoria che cambia davvero le cose. In Parlamento Europeo, grazie al lavoro di Fratelli d’Italia ...

Solidarietà: anche quest’anno Safari Club International Italian Chapter dona 500 porzioni carne di selvaggina in memoria di don Pietro Sigurani

(ASI) Angelo Reali, che ha ereditato la missione di Don Pietro Sigurani, e Geronimo Cardia, rappresentante regionale, hanno accolto nella sede dell’associazione “Non ho né argento né oro” la ...

Elena Fruganti (Fratelli d’Italia): “Il Governo Meloni investe sui giovani: inaugurato il Centro di aggregazione del progetto DesTEENazione, un esempio del cambio di passo sulle politiche giovanili”

(ASI) Perugia. “Dal decreto Caivano per la riqualificazione sociale delle periferie, alle politiche di contrasto alle dipendenze, il Governo Meloni dimostra un significativo cambio di passo nell’attenzione ai giovani ...