La Decima Mas ostacolò le mira annessionistiche della Venezia Giulia sia germaniche che jugoslave
(ASI) Monfalcone (Go) - Fra il settembre 1943 e i primi di maggio 1945, la Venezia Giulia (il territorio ora diviso in due, dove nella parte italiana sono inclusi i capoluoghi di Provincia nella regione speciale del Friuli Venezia Giulia di Gorizia, Trieste e Monfalcone, mentre nella parte slovena c'è Capodistria, e in quella croata, appartengono Fiume, Zara, Pola, Buccari, Quarnaro, Brioni), dopo la resa incondizionata del Regio Esercito Italiano, era finito sotto la diretta autorità del Reich tedesco appoggiato da funzionari politico - militari austriaci e da slavi filo germanici, come i Dobromanci sloveni, gli Ustascia croati e i Cetnici serbi.                                                                                                                                 
Le autorità germaniche del cosiddetto litorale adriatico (che prende il vecchio nome dell'Impero austroungarico), soprattutto di origine asburgica, comandate dal governatore Rainher e dal capo  della polizia militare e politica Globočnick, avevano con l'ordine - assenso di Hitler interdetto la zona del Triveneto alle autorità della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini e alla Decina Mas che era un corpo militare pressocché autonomo ,comandato dal Principe Junio Valerio Borghese, e tutto ciò provocava non poche tensioni con quella parti delle armi italiane che avevano fatto una scelta di campo ben precisa, per difendere l'onore della patria dopp l'armistizio dell'8 settembre 1943 (di fatto una resa incondizionata del Regio Esercito), rimanendo a combattere a fianco dell'allegato tedesco. Come ha dichiarato l'ammiraglio Gino Birindelli (appartenente ai Mas, ma schieratosi con la marina sabauda, dopo essere stato liberato dalla prigionia dagli inglesi dopo l'8 settembre), la scelta era difficile da fare, era militarmente valido ed onorevole sia rispettare il giuramento al Re, sia rispettare la parola data all'allegato germanico che era più volte accorso in aiuto dell'Italia, in una guerra voluta dal Fascismo e dalla Monarchia. 
Così, dopo l'agosto 1944 e lo sbarco degli Alleati anche nel sud della Francia, con la creazione di un fronte di difesa fortificata Italo-tedesco sulle Alpi occidentali, la situazione militare delle forse dell'Asse in Europa sembrava sempre più compromessa con gli scarsi rifornimenti a causa degli intensi bombardamenti anglo - americani sugli impianti industriali tedeschi,  ad ottobre 1944, il Comandante Junio Valerio Borghese della X Mas decise un piano segreto di estrema difesa delle maggiori città del nord Italia e dei confini orientali in caso di ritiro e resa delle forze germaniche, per fermare sia le forze dell'Esercito di Liberazione Jugoslavo che volevano portare i confini dell'Italia con la Jugoslavia fino al Tagliamento, ossia sull'attuale confine fra Veneto e Friuli, sia per ostacolare le manovre anti - italiane portate avanti dalle autorità austriache. D'altronde in una lettera si Hitler a Mussolini nell'estate del 1944, il Führer non nascondeva al Duce che in caso di vittoria dell'Asse della guerra, l'Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia dovevano essere cedute dall'Italia al Reich tedesco e anche in caso di sconfitta germanica, si voleva mettere le autorità alleate in condizioni tali da dover accettare di fatto la spartizione del Triveneto tra Austria e Slovena. Ricordiamo a scanso di equivoci che anche Hitler era austriaco. 
Se tutto ciò non avvenne lo si deve anche al sacrificio dei marò della Decima Mas che costretti a combattere in battaglioni divisi con le forze germaniche, ricevettero a fine 1944 l'Ordine di unirsi in una sola Divisione (quella X), divida in due unità operative che in fase di manovra coprivano le spalle una all'altra e ad occupare le maggiori città italiane dopo lo sfondamento della Linea Gotica: Genova, Milano, Venezia e tutte quelle della Venezia - Giulia come Trieste, Gorizia, Fiume, Zara e Pola. Fu il sacrificio dei marò a contribuire, insieme ai partigiani cattolici bianchi e ad alcuni reparti della Regia Marina, ad evitare la distruzione di tutti gli impianti produttivi da parte delle forze armate germaniche in ritirata dopo il 25 aprile 1943 e a rallentare l'occupazione jugoslava con tutto il dramma delle foibe. Sullle azioni compiute dalla Decima Mas in difesa dell'Italianità di Trieste, Gorizia e della Venezia Giulia, vedere il libro di Sole De Felice sulla Decima mas in Venezia Giulia 1943 - 1945 e di seguito la spiegazione che viene data nel convegno organizzato dall'Ordine Nobiliare di San Nicola e dalla Casa Imperiale d'Amato il 20 dicembre 2023 presso l'albergo Nuovi Operai di Monfalcone, cuore industriale navale italiano, tra Trieste e Gorizia:  https://youtu.be/V1ji9KQaerE?si=bfueLsul-hgIILkR
 
Cristiano Vigmali - Agenzia Stampa Italia 

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