(ASI) Pochi giorni fa, negli Stati Uniti si è celebrato il Columbus Day. Il 12 ottobre 1492l’esploratoregenovese Cristoforo Colombo al soldo della Coronadi Spagna, approdò per la prima volta, in America. Questa storica data, coincide con la scoperta del Nuovo Mondo.
La festa viene considerata come una delle più controverse d’America. Quello che sta attraversando il Paese non riguarda solo l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, ma anche l’ondata di scontri provocatidal Black LivesMatter. Una sorta di malanimo sembra corrodere gli USA, tanto che molti Stati hanno deciso di ignorare la ricorrenza storica del, “Giorno di Colombo”.
Dalla California al Minnesota, dall’Alaska alla Louisiana sono sempre di più i territori che decidono di ignorare le tradizioni. Nel South Dakota, si è celebrata invece la festa che ricorda i nativi sterminati dagli occupatori Europei. Il Presidente JoeBiden si è visto costretto ad una non facile mediazione, nel tentativo di unificare il Paese
In molti ricorderanno l’uccisione dell’afroamericano George Floyd che decretò appunto movimenti di sommossa popolare con la conseguente “capitolazione delle statue”, tra queste anche quelle di Colombo, considerato da molti un “oppressore coloniale”. Ad oggi sono 33 i suoi busti o monumenti distrutti, da Boston a Richmond in Virginia.
Il Presidente JoeBiden ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Colombo è stato il primo di molti esploratori italiani ad arrivare in queste terre, il 12 ottobre del 1492, che saranno conosciute come le Americhe. Molti italiani hanno seguito il suo percorso nei secoli successivi, rischiando la povertà, la fame e la morte. Oggi milioni di Italo-americani danno un grande contributo al Paese. In questi giorni vogliamo anche ricordare la storia dolorosa dei misfatti e delle atrocità che in molti europei hanno inflitto alle Tribù e alle comunità indigene. Facciamo in modo che questi siano giorni di riflessione, sullo spirito americano, di esplorazione, sul coraggio e il contributo degli Italo-americani, attraverso le generazioni, sulla dignità e la capacità di reazione delle tribù dei nativi e delle comunità indigene, sul lavoro che ci resta da fare per realizzare la promessa di una Nazione per tutti”.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia