(ASI) Contando le 251 mila vittime accertate del popolo brasiliano, dovute alla nuova malattia da Covid19 , incidono anche i numeri di quelle delle popolazioni indigene, che vivono nei pressi della grande foresta Amazzonica. Un numero non definibile con certezza ma sicuramente allarmante, che potrebbe attestarsi attorno alle 970 unità.
I nativi contano ormai solo 1 milione del totale della popolazione che raggiunge i 210 milioni. Tuttavia l’estinzione degli indios, come il popolo Aruka ci svela la tragedia che si sta abbattendo in Amazzonia. Insieme a questi ultimi sono a rischio di sparizione la cultura, la storia e le tradizioni del popolo Juma. Il Covid19, sta dunque mettendo a repentaglio la vita di molti anziani, donne e bambini che vivono nelle pacifiche tribù, ormai infestate e a rischio di sopravvivenza.
I Juma, hanno resistito fino a questo momento alle brutali invasioni, come quella del Caucciù, dove vennero schiavizzati, e catturati, durante la raccolta della gomma naturale. Questi nativi, hanno pagato a caro prezzo la loro resistenza. Nel XVIII secolo, contavano un numero che si attestava intorno ai 12 mila e 15 mila. Duecento anni dopo ne rimanevano in vita a testimoniare le proprie radici e la loro civiltà, appena poche centinaia.
Tra le incursioni che hanno subito anche quella risalente agli anni 60 del Novecento , dove, studi antropologici hanno raccontato di come vennero “cacciati come delle bestie” dalle proprie terre natie. A fronte di una allarmante diffusione del Coronavirus tra i nativi amazzonici, la “Rete Ecclesiale Panamazzonica” (Repam) ha rivolto un appello urgente per una vaccinazione di massa almeno per gli abitanti della regione. Queste le loro parole : “Ancora una volta le carenze del nostro sistema sanitario sono apparse evidenti, a farne le spese le popolazioni più deboli, la pandemia si è aggravata, si necessitano letti negli ospedali per andare a colmare la povertà e le disuguaglianze”.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia
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