Le ragioni della crisi della democrazia americana
 
usa(ASI) Washington - Per comprendere meglio le cause dell' "assalto" popolare a Capitol Hill bisogna cercare di addentrarsi  negli ingranaggi del sistema politico americano e porsi alcune domande a cui cercare di dare una risposta.
 
- La forma di Stato e la forma di governo americana pressoché immutate da più di duecento anni, sono ancora il sistema democratico più evoluto nel mondo?
 
Per cercare di comprendere le ragioni della crisi della "democrazia" americana bisogna conoscere le origini della sua Costituzione e le esigenze che l'hanno portata ad essere così com'è, un compromesso  fra le esigenze di "democrazia" e quelle di "governabilità".
 
Lo Stato federale degli Stati Uniti d'America si è formato dall’unione delle ex colonie britanniche resisi indipendenti con la "Dichiarazione di Indipendenza Americana" del 4 luglio 1776.
 
Nel 1789, i delegati dei  tredici Stati indipendenti elessero George Washington primo presidente degli Usa secondo il sistema previsto nella Carta Costituzionale del 1787 che è rimasto pressoché intatto.
 
Originariamente, la Costituzione americana era composta da 6 articoli che, in base alla divisione dei poteri di Montesquieu,  regolavano la separazione dei tre poteri, quello legislativo, quello esecutivo e quello giudiziale , oltre che i rapporti tra i singoli stati e lo stato federale.
 
Ai vertici dello Stato c'ė la figura del Presidente che ha competenze importantissime, ad esempio nella politica estera, nella difesa, nella politica monetaria e nel commercio con l’estero.
 
L'impianto iniziale della Costituzione ė rimasto pressoché invariato, sono stati aggiunti solo 27 emendamenti.
 
In poco più di duecento anni la Carta americana è stata modificata solo per introdurre il suffraggio universale, il diritto di voto delle donne, e la cosiddetta United States Bill of Rights (la Carta dei Diritti degli Stati Uniti), nonostante che gli Stati sono diventati cinquanta, la popolazione sia aumentata dai quattro milioni iniziali agli oltre trecento attuali, con nuove razze, etnie, culture e religioni che si sono aggiunte.
 
 La Carta dei Diritti degli Stati Uniti, ratificata nel 1791 e fortemente voluta da Thomas Jefferson (terzo presidente degli Stati Uniti e ambasciatore Usa a Parigi nel periodo pre rivoluzionario), ė formata da dieci emendamenti che sanciscono i diritti e le libertà fondamentali del cittadino che furono riconosciute prima oltre oceano che in Europa.
 
La sostanziale immutabilità della Costituzione Usa è dovuta alla procedura aggravata e complessa necessaria per cambiarla. Infatti, solo il popolo americano può modificare la Costituzione, mentre i rappresentanti nelle Camere non possono cambiarla, perché oltre alla maggioranza in tutti e due i rami del Parlamento, ci vogliono i 3/4 dei parlamenti degli Stati federali.
 
É un errore però pensare che la Costituzione degli Stati Uniti sia il frutto solo della rappresentatività democratica popolare, perché  bisogna tenere presente anche il contesto storico in cui ė nata, ossia quello delle monarchie assolute del Settecento, quindi per garantire una certa stabilità e credibilità al governo statunitense era necessario creare una figura forte di capo di Stato a cui affidare fondamentali prerogative.
 
Il potere del Presidente Usa è molto forte, ma è limitato nel tempo con una scadenza fissa. A sua volta, anche il potere popolare ha dei limiti sanciti dalla Costituzione: nel Congresso solo la Camera dei Rappresentanti è eletta dal Popolo, il Senato rappresenta gli  Stati federali, ciascuno dei quali elegge due Senatori per ogni Stato, a prescindere dalla popolazione e dalle dimensioni.
 
Dunque, il bisogno di equilibrio fra democrazia e governabilità è alla base della scelta negli Usa per la democrazia presidenziale e a cavallo fra Settecento ed Ottocento era sicuramente la Costituzione liberale più evoluta del mondo.
 
-  Gli Usa possono ancora definirsi una “democrazia” nonostante un potere presidenziale talmente accresciuto, soprattutto dal secondo dopoguerra, a tal punto che alcuni storici e giuristi sono arrivati a definirli “Presidenza Imperiale”?
 
Secondo molti analisti la centralizzazione del potere nella figura del Presidente Usa ha reso più difficile la convivenza fra cittadini di diverse culture, razze, religioni, gusti sessuali e dal diverso portafoglio.
 
Il pluralismo nel sistema di governo americano si è progressivamente ridotto perché la Carta Costituzionale americana, fondata sul principio della separazione dei poteri, ha visto verificarsi progressivamente nel tempo la massima concentrazione del potere nelle mani del Presidente della Repubblica, a causa del ruolo imperiale di super potenza mondiale e nucleare assunto dagli Usa dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi, mentre la costituzione americana è rimasta sostanzialmente immutata a causa della difficoltà di modificarla, come dichiarato dal costituzionalista Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale italiana.
 
- La costituzione americana del l 1789, è ancora al passo con i tempi nel XXI secolo, in grado di rispecchiare i profondi mutamenti sociali negli Stati Uniti e a livello globale con l'avvento della rivoluzione digitale?
 
Il punto debole degli Usa è sempre stata l'opinione pubblica interna al Paese. Essaè controllata grazie al benessere, alla facilità di arricchirsi e di stare bene economicamente che offrono gli Stati Uniti, in virtù della flessibilità e delle opportunità di lavoro e di realizzazione personale del più grande Paese liberal - capitalista del mondo; e anche  grazie alle vittorie militari sui nemici esterni che di volta in volta ha annunciato la Casa Bianca che riescono sempre nell'intento di ricompattare l'ambiente distogliendo l'opinione pubblica dai problemi interni.
 
Ma, il Covid19, essendo un nemico subdolo e invisibile ha colpito all'interno del Paese, non solo uccidendo migliaia di persone, ma danneggiando l'economia statunitense e le autorità si sono trovate, forse per la prima volta negli ultimi cento anni, impotenti davanti a questo problema.
 
Così è salito il malcontento e le differenze socio - economiche, religiose, culturali, etniche, mai veramente appianate, sono tornate prepotentemente a galla.
 
Inoltre, la rivoluzione digitale con l'ascesa delle delle piattaforma social di democrazia diretta ha messo in discussione le certezze per i cittadini della democrazia rappresentativa parlamentare.
 
Come abbiamo visto il sistema di democrazia rappresentativa americano è della fine del Settecento, quindi è nato in un contesto storico nel quale non esistevano gli attuali mezzi tecnologici in grado di ridurre in maniera sostanziale le distanze di tempo e di spazio, perciò questo metodo che all'epoca venne considerato l'unico idoneo a garantire una maggiore democraticità e stabilità ai neonati Stati Uniti d'America, oggi sicuramente ha bisogno di alcune modifiche per essere reso ai passi con i tempi.
 
Difatti, con le dinamiche veloci e interconnesse del mondo globale del Terzo Millennio, nel XXI secolo la democrazia rappresentativa sta andando in crisi a causa della bassa velocità dei processi decisionali e dell'incapacità di risolvere problematiche sempre più complesse.
 
Dall'avvento dell'era della Globalizzazione e della comunicazione digitale, diversi studiosi si sono chiesti se i sistemi democratici sono compatibili con le caratteristiche della società del Terzo Millennio.
 
Uno di questi studiosi è sicuramente José Ramos, dell'Università Tecnologica del Queensland in Australia che ha curato, tra il 2015 e il 2016, l'undicesimo capitolo del libro "The Future Internet", intitolato ",Liquid Democracy and the Future of Governance", in cui spiega il progressivo sviluppo e la diffusione delle piattaforme deliberative online dovuto a una generale insoddisfazione e di sfiducia verso la politica e la classe dirigente in generale, a causa di una sorta di "deficit democratico" nell''attuale sistema della democrazia rappresentativa.
 
 Spiega Ramos che se da una parte sono aumentate le aspettative e i desideri dei cittadini riguardo un maggior coinvolgimento nella sfera pubblica, dall'altra è diminuito il potere reale delle persone in rapporto ai sistemi politici e questo fenomeno è molto evidente negli Usa, dove il potere e l'influenza dei social si è sviluppata prima di tutti nel mondo e dove la partecipazione popolare alle scelte che contano e alla democrazia sono limitate come abbiamo visto.
 
Inoltre, c'è anche da dire che la tenuta del sistema  rappresentativo americano è stata messa a dura prova anche dalle pressioni delle lobby di potere sui Partiti e sugli organi di informazione ufficiali, riducendo ai minimi termini il dibattito, il confronto e il dialogo con i cittadini, allontanando ancora di più la politica e la classe politica dagli interessi della collettività e facendo apparire il politico agli occhi dei cittadini, non come un rappresentante dell'interesse nazionale, ma come un mero tutore dei suoi privilegi di casta.
 
Dal "Blog Power" sono nati una serie di movimenti antagonisti di protesta che si sono fatti conoscere e si sono affermati soprattutto grazie al sempre maggiore sviluppo dei mezzi di comunicazione digitale che hanno superato le censure e gli ostacoli dei mezzi di informazione governativi e istituzionali, dando agli "insoddisfatti" del "deficit democratico" la possibiltà di sperimentare l'utilizzo di tali mezzi per colmare il vuoto di rappresentanza, tramite la nascita delle piattaforme web di democrazia diretta che possono influenzare i processi decisionali e la partecipazione del cittadino nella gestione della "res publica".
 
Così, le fasce più povere della società americana, marginalizzate nei ghetti delle grandi metropoli o nelle campagne degli Stati del Sud o nelle praterie del West, grazie ai social hanno preso coscienza della possibilità di fare sentire la loro voce e di rivendicare i loro diritti e ora vorrebbero delle istituzioni più attente agli interessi del cittadino e meno a quello dei vari gruppi di interesse del sistema lobbystico americano.
 
Pertanto, in un contesto come quello attuale, nel quale i problemi si sviluppano più velocemente e sono più difficili da risolvere, i cittadini hanno bisogno di una forma di democrazia che risponda meglio alla partecipazione diretta del cittadino ai processi decisionali e che snellisca le decisioni per adattarsi alla velocità del mondo interattivo e globale odierno, per creare una società e un mondo più sostenibile.
 
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia

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