(ASI) Maestoso, potente, robusto e di taglia media, selezionato più per le doti caratteriali e di salute che per l’aspetto prettamente estetico: vi presento oggi l ‘ Hovawart.
Grazie alla signora Eleonora che è titolare dell’allevamento amatoriale del Mandrullo ho cominciato a conoscere e ad apprezzare questa razza di cane di origine tedesca che nella classificazione Enci appartiene al gruppo 2 cioè “molossoidi tipo cane da montagna”.
Le ho parlato dell’idea di scrivere un articolo sulla razza come apripista di altri articoli che seguiranno riguardanti le razze di cani, spaziando da quelle più conosciute a quelle meno.
“L’allevamento in Italia produce risultati da circa trent’anni ma la sua diffusione risulta ancora limitata. In Italia la popolazione generale è sana e l’allevamento pone sempre massima attenzione a questo aspetto. L’ Hovawart ha un’indole gentile ma detiene un forte istinto alla protezione del branco familiare col quale sa instaurare una forte intesa, sente il bisogno di vedersi riconosciuto come membro della famiglia e non tollera affatto l’esclusione dalle dinamiche di vita familiare. Con la corretta socializzazione fin dalla prima infanzia è un ottimo cane da accompagnamento. La nostra Uma in particolare è sempre stata una compagna di viaggio affidabile in tutte le circostanze, al mare, in montagna, con uomini e altri cani di tutte le razze e taglie ed ha sempre mostrato di divertirsi molto… l’importante è farlo insieme.
Cani importanti per la loro mole ma dalle forme armoniose e non eccessive che li rendono adatti al lavoro in vari impieghi. I nostri cani vivono un po’ in città e un po’ in campagna e, a mio parere, non fanno una gran differenza perché per loro l’importante è vederci tornare a casa e vedersi salutare con un sorriso! Quindi la mia esperienza mi porta a sostenere che non sono cani da prendere per fare la guardia in giardino ma come membri della famiglia (come d’altronde anche tutti gli altri cani dovrebberlo essere).”
“Ma quando è iniziata la passione per la razza?” “Era il mio compleanno e pensavo ad un cane, a quelli che avevo già avuto durante la mia infanzia e giovinezza. Nella mia famiglia avevamo avuto diversi cani: pastori tedeschi, una mastina napoletana, Ciro il rottweiler gran testone e poi Lucky pointer devoto e praticante e poi qualche trovatello. Gli Hovy non li conoscevo, non li avevo mai visti e non mi dicevano un granché ma Ele era talmente presa che io non lo sapevo ma la nostra Uma aveva già una zampa in casa. Arrivata lei è partito tutto, così abbiamo cominciato a partecipare ai corsi, a confrontarci su come volevamo educarla, con quale metodo, a quale scopo, come far crescere le nostre competenze per consentirle una crescita equilibrata. Tutto è partito così. Nel 2012 la nostra prima cucciolata, ricordo il peso alla nascita di ogni cucciolo ancora oggi, nove batuffoli! Nel 2013 decisi di iscrivermi al master Enci per allevatori cinofili a cui parteciparono tutti i più importanti allevatori italiani. Nascevano meno di 200 cuccioli in un anno ma gli allevatori di Hovy erano i più rappresentativi: eravamo dieci!
Attualmente vivono con noi due femmine in pensione, rimaniamo dei profondi estimatori della razza e continuiamo lo studio e l’approfondimento delle nostre conoscenze.
Organizziamo attività ed eventi di richiamo cinofilo sul nostro appennino in attesa che un altro Hovawart possa far parte di noi e della nostra famiglia”
Donatella Arezzini per Agenzia Stampa Italia