(ASI) Abruzzo - Il 7 novembre scorso, siamo stati pressoché i primi a pubblicare l'intervista al Prof. Marco Pallavicini, lo scienziato italiano direttore dell'esperimento SOX nei laboratori di fisica nucleare sotto il Gran Sasso che è stato annullato dopo tante critiche degli ambientalisti e paura della cittadinanza, nonostante le continue rassicurazioni degli scienziati.
La notizia dell'annullamento dell'esperimento è stata diffusa, agli inizi di febbraio, da un comunicato congiunto del nostro "Istituto Nazionale di Fisica Nucleare" col francese "Commissariat à l'Énergie Atomique et Aux Énergies Alternatives", per la gioia degli ambientalisti, il sollievo dei cittadini residenti preoccupati e la delusione dei ricercatori.
Per quanto concerne le motivazioni ufficiali, si legge nel comunicato ufficiale che "la decisione di annullare il progetto SOX, deriva dall’impossibilità tecnica di realizzare l’esperimento. Dopo le difficoltà di cui aveva informato a dicembre, il produttore della sorgente, il russo Mayak, ha comunicato in modo definitivo che non è in grado di realizzare il generatore di antineutrini basato sul Cerio 144, che avrebbe dovuto costituire il cuore del progetto SOX. Il generatore avrebbe, infatti, un’intensità di non più di 50 kCi (kilocurie), che corrisponde a circa un terzo di quanto richiesto dal progetto, e quindi non avrebbe le caratteristiche di attività necessarie, cioè non fornirebbe un numero sufficiente di antineutrini, per condurre l’esperimento in modo scientificamente efficace e competitivo".
A seguito della notizia "bomba" dell'annullamento dell'esperimento SOX, subito non sono mancate le reazioni: "Sapevamo che costruire una sorgente di antineutrini con le caratteristiche necessarie perché il nostro progetto fosse in grado di produrre risultati scientifici significativi e fosse competitivo a livello internazionale era una sfida tecnologica impegnativa – ha spiegato Marco Pallavicini – ma la grande rilevanza scientifica dell’obiettivo e la possibilità di realizzarla che ci era stata prospettata ci avevano guidati in questa impresa. Oggi, purtroppo, dobbiamo prendere atto dell’impossibilità di produrre una sorgente idonea, – ha continuato lo scienziato – è un duro colpo per me e per i tanti, soprattutto giovani, che ci credevano e che hanno lavorato con grande impegno in questi anni per portare SOX a realizzazione. Sappiamo anche che così funziona la ricerca scientifica di frontiera: si affrontano problemi complessi e si valutano soluzioni tecniche e tecnologiche d’avanguardia, e talvolta può accadere che al momento della loro implementazione si riveli l’impossibilità di portarle a compimento. Il nostro compito di ricercatori è ora puntare con fiducia a nuovi obiettivi".
Gli ambientalisti, dal canto loro hanno espresso soddisfazione per l'annullamento dell'esperimento, anche se ci sarebbero alcune cose da chiarire sulla vicenda.
In primis, gli analisti internazionali non riescono a capire come i Russi, si sono arresi e hanno improvvisamente dichiarato di non essere più in grado di realizzare quanto richiesto dall'esperimento, considerato che avevano più volte dichiarato di essere in grado di saperlo fare.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia