(ASI) San Benedetto del Tronto - Il 7 giugno ricorre il tragico trentaseiesimo anniversario di quella che è considerata a tutt'oggi la più grave e la più grande tragedia accaduta all'interno di uno stadio italiano: il rogo dello Stadio “Ballarin” di San Benedetto del Tronto.
Domenica 7 giugno 1981, nella Curva Sud dello Stadio “Fratelli Ballarin”, mentre sta per iniziare l'ultima giornata del campionato di calcio con l'incontro Sambenedettese-Matera che decreterà la promozione dalla serie C alla B della squadra marchigiana, in un clima di grande festa per i tifosi della Samb e le due squadre con la terna arbitrale già in campo, divamperà un incendio nella curva dei tifosi locali, in cui moriranno ustionate due ragazze e rimasero seriamente ferite quasi cento persone, di cui undici ustionati gravi, oltre le vittime.
Sette quintali di carta bruciarono sotto tremilacinquecento persone che rimasero intrappolate per diversi minuti sui gradoni della Curva Sud, impotenti davanti al divampare delle fiamme, fra la ressa, la calca, il panico, perché era impossibile fuggire, in quanto le chiavi delle uscite di sicurezza non si trovavano e gli idranti non funzionavano.
La folla fuggiva alla disperata, investendo chi cadeva a terra, mentre il fuoco, sempre più alto e minaccioso, avanzava inesorabile, alimentato dal vento.
Chi non rimase vittima delle fiamme, fu calpestato sui gradoni o pressato contro le reti di recinzione, soprattutto quelle laterali nella parte più alta della curva che solo per un miracolo non si ruppero, evitando una tragedia più grave.
Da ricordare il gesto eroico di un uomo che a rischio della propria vita, salvò dalle fiamme un bambino di 10 anni.
I feriti più gravi, verranno trasferiti nei centri per grandi ustionati a Brindisi, Cesena, Padova, Parma e Roma.
Perderanno la vita, dopo giorni di atroci sofferenze, due ragazze, di 23 e 21 anni che avevano riportato gravi ustioni su oltre il 70% del corpo.
Per molti anni, i feriti sopravvissuti a tale sciagura, si sono dovuti sottoporre a degli interventi di chirurgia plastica.
Riteniamo che sia giusto onorare anche oggi le vittime di questa immane tragedia, affinché resti viva nel ricordo della gente, delle istituzioni politiche e del calcio, di tutti i tifosi di questo sport, sperando che tali episodi negli stadi non si verifichino mai più.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia