(ASI) Gli indicatori economici: dal reddito pro capite al tasso di disoccupazione (quella dei giovani è addirittura da record) danno la Calabria non solo come la regione che sta peggio in Italia, risulta una delle peggiori, se non la peggiore, di tutti i 27 Paesi d’Europa.
Nel calcio, in questo momento, non va meglio. Le due cose, seppure su piani diversi, hanno comunque un qualche collegamento. E se a questo si aggiunge la presenza ingombrante e la pressione asfissiante della ‘ndrangheta il quadro è completo ed è assai sconfortante.
Approdato per la prima volta nella sua storia in serie A, il Crotone, è penultimo in classifica con appena 14 punti, con 3 sole vittorie e 21 sconfitte, l’unica squadra a non aver mai vinto in trasferta, sta ora lottando disperatamente per evitare una retrocessione che a nove giornate dal termine del campionato sembra però già inevitabile. Eppure la società, con il presidente Raffaele Vrenna ed il direttore sportivo Beppe Ursino, ha fatto di tutto per allestire una squadra competitiva e a ben guardare le prestazioni dei rossoblù sono state quasi tutte più che dignitose. La squadra ci ha messo la grinta ed il cuore, ma non è bastato. A certi livelli non basta. La Juventus, che è prima, ha 73 punti, 59 punti di più, e ancora non è finita.
Tuttavia, i calabresi avrebbero certamente meritato qualche punto in più: alcuni risultati negativi sono maturati proprio nelle ultime batture, nell’ultima sconfitta casalinga contro la Fiorentina, kalinic ha segnato al 90’. Qualche arbitro è stato “distratto” su falli che sembravano meritevoli di essere puniti con il calcio di rigore e poi l’handicap di dover giocare le prime partite “casalinghe” a Pescara, a 500 chilometri di distanza, praticamente senza i tifosi sugli spalti, una situazione penalizzante, assurda e demenziale. Il sostegno del pubblico ha il suo peso, non è un caso che tutte le squadre, in tutti i campionati hanno un rendimento superiore (salvo rarissime occasioni, ma solo per motivazioni tecniche non ambientali) giocando sul terreno di casa con la presenza e l’incitamento dei supporter. Tutte le altre squadre calabresi, non stanno facendo meglio, nemmeno in Lega Pro.
Solo il Cosenza, peraltro a fatica, mantiene la zona per poter partecipare a quella assurda corsa di 28 squadre per conquistare un posto in serie B, mentre tutte le altre occupano la zona retrocessione. Il Catanzaro, dopo tante stagioni esaltanti in serie A, arranca negli ultimi posti. Nonostante i lodevoli sforzi che da sei anni sta facendo il presidente Pino Cosentino le cose non vanno bene: la squadra è ora, con 28 punti, al quartultimo posto, in piena zona play out. Stesso punteggio, e ovviamente stessa posizione, per la Reggina pur con l’impegno ed i sacrifici della nuova società di Mimmo Praticò che quest’anno ha affidato la guida tecnica a Karel Zeman, figlio del più noto Zdenek. All’ultimo posto, infine, c’è la Vibonese. Anche in questo caso, non sono mancati l’entusiasmo, l’impegno e i soldi di Pippo Caffo, il presidente, ma la squadra, nonostante il cambio dell’allenatore (dai primi di gennaio Salvatore Campilongo è subentrato a Massimo Costantino) è sempre il fanalino di coda, con soli 23 punti. Questo è, Calabria amara terra mia.
Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia