(ASI) Roma- Il 21 febbraio 1938, attraverso un regio decreto legge n. 246, si stabiliva la norma giuridica del canone Rai. La quota era di 8 lire e pochi potevano permetterselo. Questo provvedimento non è stato mai abrogato e la Corte di Cassazione ha sancito la sua qualifica giuridica.
Così un segnale prodotto e rilasciato nell'atmosfera può essere ricevibile e sfruttabile senza limitazioni da chiunque sia dotato di un'idonea apparecchiatura tecnica. Questo richiese, al momento di redigere la legge, di focalizzare l'obbligo contributivo su quest'ultimo aspetto, poiché i segnali criptati non esistevano.
Le esenzioni sono per alcune categorie: chi non detiene televisori o apparecchi, i militari delle Forze Armate Italiane e Nato, agenti consolari e diplomatici, rivenditori e riparatori di apparecchi TV, imbarcazioni da diporto, radio e autoradio, anziani con età superiore a 75 anni.
L'evoluzione tecnologica digitale ha, infatti, introdotto apparecchi multifunzione, anche molto diversi tra loro per funzionalità di base ed avanzate (es. tablet PC, tablet computer o smartphone).
In un comunicato stampa della RAI del 21 febbraio 2012, viene dichiarato che l'imposta è dovuta per il solo possesso di apparecchi atti alla ricezione televisiva e che non è mai stato richiesto il pagamento del canone per altri mezzi come computer, tablet e smartphone, anche se collegati ad Internet.
Il canone Rai è una delle imposte più evase, con stime superiori al 25%, per questoil governo Prodi ideò di includere il pagamento del canone nella bolletta dell'energia elettrica. Il governo Renzi, con la legge sulla stabilità, l'ha introdotta nel 2016, con un pagamento di 100 euro all’anno, rateizzato. Ma veniamo ai dettagli previsti dalla normativa. Entro lunedì 16 maggio 2016, chi non possiede un apparecchio televisivo, ma è titolare di un’utenza elettrica residenziale, può presentare una dichiarazione di non detenzione di TV. Il canone, va pagato una sola volta, per ogni famiglia anagrafica. Chi, per esempio, abbia due case, non dovrà pagare due canoni Rai. Se all’interno della stessa famiglia, diversi membri avessero più utenze, andrà pagato il canone una sola volta. Chi, invece, non è titolare di alcuna utenza, non dovrà dichiarare alcunchè. Nel caso, invece, in cui marito e moglie àbbiano residenze diverse, con relative forniture elettriche, ognuno dovrà pagare il suo balzello. Ricordiamo ai nostri lettori che la dichiarazione va inviata con raccomandata senza busta (il cosiddetto piego raccomandato, che consiste nel piegare la lettera stessa, scrivendo l’indirizzo sul retro ed impostando regolarmente), allegando la copia di un valido documento d’identità. È consentito, altresì, la dichiarazione per via telematica, tramite un’applicazione dell’Agenzia delle Entrate o con l’ausilio dei Caf.
Ilaria Delicati – Agenzia Stampa Italia