L’agricoltura diventa hi tech: entriamo nell’era tecnologica?

(ASI) Nell’immaginario collettivo lavorare nei campi è sinonimo di fatica, in verità è dagli anni quaranta che la cosiddetta “rivoluzione verde” comunemente chiamata “agricoltura industriale o agricoltura convenzionale” ha alleviato la fatica della pratica agricola, rendendo possibile un notevole incremento nel settore della agricoltura. Grazie all’ingresso di nuove tecnologie, la vita nei campi diventa più semplice e meno faticosa di un tempo ; tra gli attrezzi dei nuovi artigiani della terra troviamo il pc, il drone agricolo e il gps utili per misurare il perimetro e l’area del campo, volgono al tramonto , la vanga, la zappa e il trattore.

Nelle campagne italiane dal 2010 si registra un cambiamento di tendenza: molti giovani al termine dei loro studi riscoprono un vecchio mestiere e cominciano a interessarsi alla terra rivivendone tutto il fascino con un occhio rivolto al futuro. Questi contadini 2.0 si dimostrano estremamente aperti all’impiego di nuove tecnologie con il risultato di un comparto sempre più giovane e dinamico rispetto al passato. Negli ultimi anni l’agricoltura si è dimostrata l’unico settore in crescita pronto a offrire opportunità di lavoro.

Secondo l’indagine svolta daConfagricoltura, si sottolinea come nelle ventiquattro facoltà di agraria degli atenei italiani gli iscritti siano aumentati del 50% rispetto ai dieci anni precedenti.Si apre così l’era dell’agricoltura di precisione.Negli anni l’agricoltura ha puntato sulla quantità; oggi invece si cerca sempre di più la qualità con un sensibile aumento di profitto per le aziende unito al miglioramento sia della gestione che della sostenibilità ambientale: sfruttamento delle risorse idriche, gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi, prevenzione dei suoli e uso più efficiente dell’acqua.

L’agricoltura del futuro è già una realtà in Giappone. La Mirai Group situata a Myagi ha realizzato all’interno di un ex stabilimento industriale di 2.500 metro quadrati di superficie il più grande orto al coperto del mondo, capace di produrre 10 mila crespi di lattuga al giorno: cento volte la quantità che si può ricavare da un tradizionale campo all’aperto, tutto utilizzando il 99% di acqua in meno e riducendo lo spreco di cibo dell’80%.

Al momento, la produzione agricola è limitata alla sola lattuga, ma gli ideatori prevedono di poter presto sfruttare lo stesso sistema anche per altre colture e come conseguenza un calo del prezzo dell’ortofrutta e un risparmio potenziale di terra destinata alla coltivazione. Nel capannone l’acqua evaporata dalla colture viene continuamente riutilizzata per nutrire le piante attraverso un sistema che ricrea il naturale ciclo della pioggia. A ricreare il sole, vengono utilizzate delle lampade a led con una lunghezza d’onda che favorisce la fotosintesi e la crescita. Le piante sono organizzate su 18 griglie alte fino a 15 livelli illuminati da 17.500 luci led; queste colture grazie a un sistema che simula il ciclo giorno-notte crescono circa due volte e mezzo più velocemente rispetto a quelle di un campo normale all’aperto. Una produzione più produttiva ed eco sostenibile, non si utilizzano diserbanti, pesticidi e altre sostanze e grazie ai led che consumano il 40% in meno rispetto alle lampadine a fluorescenza e durano molto di più vi è un notevole risparmio. All’interno della fabbrica i braccianti non sono classici contadini ma bensì robot che svolgono il 50% del lavoro agricolo, il personale per evitare contaminazione e mantenere sterile l’ambiente deve utilizzare con cura tute e maschere.

Un esempio di macchinario agricolo è il SW 6010 progettato dalla società spagnola Agrobot con sede a Huelva el Centro de Innovación Tecnologia de la Agroindustria onubense, con il sostegno della Consejería de Innovación, Ciencia y Empresa (Consiglio per l'innovazione, la scienza e il business). Questo vero e proprio robot, grazie alle sue 24-36 braccia meccaniche è in grado di velocizzare la raccolta delle fragole, occupandosi anche del loro confezionamento. Questo marchingegno grazie alle sue numerose braccia meccaniche riesce a raccogliere circa 10 ettari di fragole in soli tre giorni; impiega solo nove secondi per fotografare ogni frutto, valutarne il grado di maturazione in base al colore, calcolarne la posizione nello spazio con le videocamere stereoscopiche e raccoglierlo. Per riuscire a far funzionare il macchinario sono necessari solo due operai per il controllo del robot e per la fase di imballaggio della frutta raccolta. I Appena acceso, un sofisticato sistema meccanico comanda un gruppo di manipolatori robotici che individuano e selezionano le fragole in base a dimensione e livello di maturazione, per poi trasportare i frutti (nel pieno rispetto delle norme igieniche) fino alla zona di confezionamento. Questo significa che oltre ai costi si riducono anche i tempi di raccolta, assicurando così al consumatore un prodotto finale più fresco.

Tra le aziende che si stanno specializzando in macchinari per il settore agricolo, troviamo Italdrondi Ravenna, che ha prodotto Agrodron,undrone contadinoutilizzato nella lotta biologica ai parassiti. Il velivolo è dotato delProximal sensing: l’attività di monitoraggio prossimale o a contatto con le piante e il suolo, in grado di rilevarne proprietà e variazioni. Il drone trasporta unkit-spargitore, un contenitore capace di spargere automaticamente in volo sui terreni prodotti per l’agricoltura, ma anchecapsule di cellulosacontenenti uova di insetto in grado di contrastare la diffusione della piralide, un parassita letale per intere coltivazioni. L’aeromobile dal peso di 5 kg, può coprire fino a dieci ettari di terreno l’ora, raggiungendo un’altezza di venti metri con un’autonomia di venti minuti. Il suo utilizzo consente di sostituire l’uso dei trattori per i trattamenti, riducendo sensibilmente il danno alle colture e con zero impatto ambientale, inoltre incrementa la velocità e la precisione di applicazione.

La tecnologia in campo agricolo sta facendo passi da gigante. La Google, famoso motore di ricerca che da anni si occupa della sperimentazione della tecnologia in campo agricolo, ha chiamato Bruce Rasa, agronomo e manager dellaTek Wear testare i Google Glass. L’innovazione di questi piccoli computer portatili, in forma di occhiale è larealtà aumentatatramite la quale si potenziano le percezioni sensoriali con il mondo circostante. Le informazioni vengono proiettate sulle lenti attraverso un hardware che risponde a dei comandi vocali e a un touch pad inserito sulla montatura. Questo mini display, usando la funzione di riconoscimento immagini, è in grado di identificare la tipologia della pianta e con immediatezza visualizzarne il rimedio opportuno. I Google Glass consentono di girare video, scattare foto ed effettuare ricerche su internet rimanendo consapevoli di quanto accade intorno. Con questi speciali occhiali, un agricoltore è in grado di comunicare a distanza sia con un agronomo, al fine di diagnosticare una possibile malattia della pianta, che con uno specialista tecnico per risolvere problemi alle varie attrezzature. I Google Glass sono in grado di sorvegliare a distanza il bestiame al pascolo, monitorano in lontananza le condizioni del suolo e della coltivazione, permettono di distinguere non solo le specie coltivate, ma anche le varietà presenti in una determinata unità colturale applicando i prodotti fertilizzanti ed i concimi più adatti e attuando le tecniche di irrigazione più opportune.

Un aiuto alle coltivazioni Indoor è fornita da Caleb Harper che ha progettato l’Open Ag, un centro dati digitale per il clima rivolto alle coltivazioni indoor. Secondo il ricercatore delMIT Media Lab,il futuro dell’agricoltura risiederebbe nelle fattorie urbane, dove verrebbero coltivate piante in ambienti controllati vicino ai consumatori. In questo modo la produzione di cibo sarebbe sempre disponibile e meno esposta agli agenti inquinanti, ai cambiamenti climatici, o ai pesticidi. Un team selezionato di ingegneri, architetti, urbanisti, economisti e scienziati capitanati da Harper lavorano a questo progetto con l’obiettivo di sviluppare sistemi agricoli urbani per internet ad alte prestazioni, una sorta diWikiplants capace di utilizzare le informazioni tra tecnologia ed agricoltura con accesso gratuito ai dati. Un database online contenente tutte le informazioni necessarie per affrontare la crescita di una coltivazione in condizioni perfette. La tecnologia finalizzata allo sviluppo qualitativo e produttivo delle aziende agricole si traduce in una realtà sempre più in evoluzione.

Uno dei più grandi problemi per il futuro del nostro pianeta è quello legato alla carenza d’acqua e ai terreni per la coltivazione. Grazie a tre giovani italiani, Fabio Monteleone, Luca Mattiello e Andrea Costa fondatori dell’Ortocubo, l’agricoltura del futuro non avrà bisogno di altra terra da coltivare. Questo sistema ipertecnologico sfrutta le potenzialità della coltivazione aeroponica, le piante infatti sono sostenute artificialmente e la loro alimentazione è garantita da sistemi di nebulizzazione di acqua, arricchita da fertilizzanti minerali, che investe direttamente l'apparato radicale della pianta. La serra è automatizzata con un sistema hardware in grado di controllare le diverse fasi di crescita delle piante, l’Ortocubo permette di far crescere, in un metro cubo di spazio, oltre 60 tipi di piante. Il cuore pulsante di questa innovazione è il loro innovativo modulo Grow Box, al suo interno, “le radici sono sospese direttamente nei vasi e viene vaporizzata l’acqua insieme alla sostanza nutrizionale direttamente sulle radici”, racconta Monteleone.“Quello che non viene assorbito dalle radici ricade nella vasca di riciclo e viene rivaporizzato”. Questo comporta un risparmio d’acqua di circa il 90% ma anche la riduzione nell’utilizzo di pesticibi e fertilizzanti.

La tecnologia finalizzata allo sviluppo qualitativo e produttivo delle aziende agricole si traduce in una realtà sempre più in evoluzione, rimane un incognita però, la tecnologia sostituirà solo parzialmente l’uomo oppure lo rimpiazzerà in tutto e per tutto ? solo il tempo lo dirà.

Francesco Rosati - Agenzia Stampa Italia

 

 

 

 

 

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