(ASI) Si è conclusa oggi la prima delle due giornate di “L’Europa e l’Italia che vogliamo”, il convegno organizzato a Perugia da Forza Italia e dal Ppe(Partito Popolare Europeo).
Presenti quasi tutti i maggiori esponenti nazionali del partito del Cavaliere con la partecipazione a sorpresa di Alessandra Mussolini. In rappresentanza del Ppe, il vice presidente del Parlamento Europeo e vice presidente del Ppe, Antonio Tajani, e Lòpez-Istrùriz White, segretario del Ppe.
Il dibattito è stato aperto dall’On. Catia Polidori, coordinatrice regionale di Forza Italia, con il saluto “Benvenuti nella Perugia liberata!”. Ha poi proseguito l’introduzione Antonio Tajani, che ha ripreso e ampliato il messaggio che Berlusconi aveva lanciato nell’intervento di domenica scorsa a Sirmione –“Basta particolarismi! Che Forza Italia ritorni ad essere un movimento ancora prima che un partito come era ai suoi esordi”. Sia L’On Polidori che Tajani hanno poi proseguito alternandosi nei loro interventi introduttivi, ringraziando il Sindaco di Perugia Andrea Romizi per lo storico risultato conseguito. Si sono poi soffermati sulla presente situazione economica della regione Umbria descrivendo l’Umbria come una regione che ha avuto un tessuto imprenditoriale tra i più floridi, ma che ora è schiacciata sotto il peso di un apparato mastodontico e clientelare. Apparato descritto come non intenzionato a rivedere se stesso e le proprie scelte perché proprio il suo peso è uno dei fattori che gli assicurano il controllo sul territorio.
Il dibattito vero e proprio è stato aperto dal segretario White, che nel suo intervento ha elogiato il per la coerenza che il gruppo di Forza Italia ha sempre dimostrato al parlamento europeo e dichiarando che sia l’Italia che la Spagna sono orgogliosi di Antonio Tajani, del suo operato e delle sue capacità che gli sono valse l’elezione a vice presidente del Parlamento Europeo con un numero di voti superiore a quelli del presidente Schultz. “La priorità è il lavoro. Per fare lavoro l’europa dovrà venir trasformata da apparato burocratico in vero organo di rappresentanza dei cittadini”- ha dichiarato White che ha poi aggiunto che l’obbiettivo e di far tornare l’Europa da potenza di second’ordine permanentemente genuflessa ai diktat americani, a Federazione indipendente di stati capaci di autoderminare il proprio peso e il proprio destino sullo scenario mondiale.
Il successivo intervento dell’On. Gelmini è stato volto a un analisi della situazione interna definita di confronto e non certo di rottura. “Anche se discutiamo, noi tutti ci riconosciamo nella leadership di Berlusconi”- a dichiarato la Gelmini, che ha poi aggiunto che anzi le voci di discussione debbano moltiplicarsi con l’entrata in scena di una maggior numero di giovani, che grazie ai loro meriti, e non solo all’età anagrafica, possano essere valorizzati e trovare il proprio posto all’interno del partito e al servizio del paese. Ha poi chiuso con una provocazione alla sinistra sul concetto di meritocrazia dichiarando –“Quando io mi adoperavamo per la meritocrazia nella scuola e nelle università, Bersani faceva opposizione salendo sui tetti”. Il concetto di meritocrazia è stato ripreso poi anche dall’On. Gasparri che ha portato ad esempio il fatto che proprio in questi giorni si celebri il decennale della riforma sulle liberalizzazioni dei canali di informazione ed intrattenimento concludendo –“Oggi ci sono a momenti più televisioni che teste per guardarle. Questa si chiama pluralità. Si chiama essere stati dalla parte giusta della storia.” Ha poi affrontato la questione immigrazione, ricordando come di recente l’attuale esecutivo Renzi si sia vantato del numero di “profughi” soccorsi con “Mare nostrum”,mentre i governi Berlusconi avevano tentato di arginare il problema alla radice senza approntare costose operazioni di accoglienza pagate con i soldi dei contribuenti. L’On. Carfagna ha parlato di “Europa: una vecchia matrona che parla tedesco” ma alla quale sarebbe sbagliato non porre le giuste domande e dialogare. Successivamente è intervenuto Giovanni Toti che ha parlato della presente situazione che vede Forza Italia in sintonia con il governo Renzi. “Noi siamo riformisti e siamo coerenti. Non possiamo pertanto”- ha proseguito Toti – “chiudere la porta a chi vuol far le riforme. Ma questo non significa ne che ci vadano bene comunque esse siano strutturate, ne tanto meno che Renzi sia diventato il mio, ne il nostro leader. Si farà un responsabile percorso insieme, dopodiché il nostro obbiettivo sarà di sconfiggerlo”. Al termine dei lavori, l’On. Pietro Laffranco ha parlato di fallimento del modello della sinistra in tutta Italia. Poichè tale modello si regge su forti iniezioni di capitali pubblici, quando questi sono venuti a mancare, la spesa è diventata semplicemente insostenibile. Quindi si rende necessario che nelle regioni rosse del centro Italia, dove il voto è fortemente ideologico, il centro destra in generale, e Forza Italia in particolare, si rendano interpreti del cambiamento di rotta invocato dalle popolazioni che giornalmente vedono erodersi la loro stabilità economica e le loro prospettive per il futuro. H però precisato che farsi interpreti della richiesta di cambiamento significa si aprirsi alle liste civiche e a candidati condivisi, ma non significa certo che il partito debba subordinarsi alle necessità contingenti pur di poter ottenere una vittoria elettorale. Intervistata a margine del convegno sulla questione delle sanzioni alla Russia, l’On. Mussolini ha dichiarato –“Un gesto suicida le cui implicazioni non sono ancora nemmeno del tutto chiare. Non bisognava limitarsi semplicemente all’astensione. Bisognava votare contro.”
Cenusa Alexandru Rares – Agenzia Stampa Italia