(ASI) Nonostante i gravi problemi civili e sociali del paese l’India vuole accrescere il suo peso all’interno dell’economia globale, tanto che ora sogna di fare le scarpe al Giappone, o quanto meno portargli via le imprese migliori.
In un recente summit tra Nuova Delhi e Tokyo il premier indiano Narendra Modi ha infatti apertamente invitato le imprese nipponico a venire ad investire nel suo paese promettendo un trattamento di favore, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto burocratico della gestione d’impresa. Nei cinque giorni trascorsi in Giappone il politico indiano ha infatti definito la sua nazione “la migliore destinazione possibile per gli investitori” snocciolando i dati su un paese in continua crescita, perfino migliori rispetto alle già rosee attese, ed il grande mercato interno enunciando la politica delle tre D: democrazia, demografia e domanda.
Le parole di Modi hanno colpito nel segno tanto che al suo ritorno aveva già da esaminare un nutrito pacchetto di progetti di investimento del valore di svariati miliardi di dollari.
I due paesi, anche grazie al rapporto di stima ed amicizia tra Modi e Abe, sono da tempo legati in numerose cooperazioni con l’India che sta sfruttando le possibilità offerte da questa relazione per vincere la piaga della povertà diffusa nel suo paese, anche se la strada appare ancora in salita. Certo, i due paesi presentano caratteristiche che li situano ai due poli opposti: tanto l’India ha città caotiche, economia emergente e popolazione giovane, quanto il Giappone presenta città immacolate, popolazione sempre più vecchia e un’economia matura. Ma quando si tratta di fare affari e far crescere l’economia questi sono tutti dettagli trascurabili.
L’unico freno a questa intesa potrebbero essere i rapporti commerciali in essere tra Nuova Delhi e Pechino, soprattutto alla luce dei contrasti politici tra Cina e Giappone, ma la storia recente ci insegna che quando ci sono in ballo interessi economici tutto passa in secondo piano.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia