(ASI)Continuiamo la carrellata delle opere realizzate dal Fascismo in questa quinta parte della serie.
Attribuzione della facoltà d’indagine alla Polizia Tributaria
RDL n°63 del 03.01.1926
Viene da sorridere nel considerare a cosa potesse servire una Polizia Tributaria cui era inibita la facoltà d’indagare, tanto che fu necessaria un’apposita legge per poterlo fare efficacemente. Evidentemente i governi precedenti avevano avuto un occhio di riguardo per la ricca borghesia che non amava controlli ed indagini sulla propria situazione fiscale. Una legge come questa è la risposta oggettiva a tutti coloro che ancora oggi affermano, mentendo spudoratamente, che il Fascismo nacque per favorire i ricchi e per reprimere i poveri.
Legge promulgata il 10.12.1925 con R.D. n°2277 e regolamentata con R.D. n°718 del 15.04.1926
Nella nuova società, la cura e l’importanza delle donne e dei fanciulli, implicita nella dottrina fascista, assume l’importanza di istituzione mediante la fondazione dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia. L’O.N.M.I. vuole dare e darà un concreto supporto a quella fondamentale cellula umana e sociale che è la famiglia, intesa non quale generatrice di forza di lavoro e di consumo, come è invece nella concezione materialista del capitalismo e del marxismo, ma quale culla e nucleo vitale delle tradizioni, della storia e del futuro della Nazione e dello Stato. Centro vitale della famiglia è, per il Regime Fascista, la madre. Essa assume una fondamentale importanza con la rivalutazione del ruolo femminile e la sottolineatura della sua dignità di figura comprimaria, attiva e non più passiva, nell’economia dello sviluppo armonico del nucleo famigliare. Insomma, un’emancipazione della donna al di fuori e prima della nascita del femminismo e con il pregio di sviluppare, rimarcare e promuovere la complementarità naturale della donna rispetto all’uomo, anziché porre stupidamente e innaturalmente in competizione i due ruoli cercando di copiare e sopraffare il maschio con il risultato, oggi evidente, di un uomo meno uomo e di una donna meno donna. Tale concetto si snoda durante tutto il Ventennio, partendo dalla partecipazione femminile alle organizzazioni politiche del Partito Nazionale Fascista; arriva al culmine con la complementarità militare, che si manifesta, nel periodo della Repubblica Sociale Italiana, nella creazione del corpo delle Ausiliare (SAF), le quali assumono particolari e specifici incarichi a fianco dei combattenti maschi.
La capacità di abnegazione, fedeltà, efficienza e sacrificio del corpo delle Ausiliarie sono la dimostrazione di come le donne italiane del Fascismo avessero capito l’importanza del rivoluzionario cambiamento avvenuto nei riguardi della donna e della sintonia assoluta che si era creata tra loro e il Regime Fascista. L’Opera Nazionale Maternità ed Infanzia nasce come progetto organico per regolamentare e coordinare, sotto tutti gli aspetti, la cura e l’assistenza dei fanciulli e delle madri, sia nell’ambito della famiglia che all’esterno. L’ONMI è insomma il tessuto connettivo pensato e creato per prospettare la famiglia in una nuova luce e attribuirle una primaria importanza in rapporto allo Stato, il quale intende darle, anche a livello istituzionale, una nuova dignità e una posizione prioritaria nell’ambito della nuova società che si sta creando. Le competenze ed i compiti principali dell’ONMI sono:
- Coordinamento delle istituzioni assistenziali per la maternità ed infanzia già esistenti con compito di vigilanza, ispezione e controllo e loro finanziamento
- Creazione di nuovi istituti di varia natura per omogeneizzare il panorama di assistenza su tutto il territorio nazionale, strutturandone l’organizzazione a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale in modo tale da avere una completa capillarità d’intervento
- Fondazione di asili, consultori e ambulatori medici e di patronati d’assistenza
- Organizzazione di corsi d’informazione sull’igiene prenatale e post-natale nei consultori e nelle scuole femminili
- Assistenza e protezione delle gestanti e delle madri bisognose e dei loro bambini
- Assistenza ai bambini di qualsiasi età appartenenti a famiglie bisognose e dei minorenni fisicamente o psichicamente anormali o abbandonati
- Organizzazione della profilassi per la prevenzione della tubercolosi e la lotta contro le malattie infantili
- Controllo e denuncia al tribunale delle inosservanze concernenti il lavoro minorile
- Protezione dei minori allevati in ambienti fisici o morali inadeguati
- Assistenza ai minorenni abbandonati, traviati o delinquenti
Il finanziamento dell’ONMI si avvale di un contributo annuo dello Stato, di fondi stanziati allo scopo da istituzioni di assistenza, di percentuali stabilite per legge sugli utili dei Monti di Pietà e delle principali banche, nonché del 25% del ricavo delle imposte di soggiorno, oltre che del contributo dei soci, delle rendite patrimoniali e delle donazioni.
Assistenza agli illegittimi, abbandonati od esposti
Legge promulgata il 08.05.1927 con RDL n°798
Con questa legge lo Stato si assume la responsabilità di provvedere a quei bambini non desiderati che erano prima senza tutela ed alla mercé della carità privata e quindi considerati persone di seconda categoria. Ancora oggi, a perenne ricordo dell’epoca in cui per questi fanciulli l’unica alternativa alla morte era la carità delle pie istituzioni, sussistono cognomi come “Esposito”: a Napoli il neonato veniva “esposto”, cioè abbandonato, alla ruota della carità.
Esenzioni tributarie per le famiglie numerose
Legge promulgata il 14.06.1928 con Regio Decreto n°1312
In coerenza con la dichiarata importanza che il Fascismo attribuiva alla famiglia come cellula fondamentale della società, era importantissimo sgravare dalle spese fiscali quelle famiglie che già avessero impegni finanziari onerosi a causa dell’elevato numero di componenti.
E’ dunque questa una delle prime leggi attuative del sostegno alla famiglia; essa troverà in seguito puntuale riscontro nelle leggi complementari degli assegni famigliari e degli aiuti economici per le famiglie numerose. Con questa legge viene ribadito il concetto dello Stato sociale, che non si limita ad amministrare la ricchezza prodotta dal Paese, ma applica il principio secondo il quale il diritto alla solidarietà non è correlato solo alla capacità produttiva dei cittadini, bensì anche alle loro situazioni di necessità.
Fonte: I Danni del Fascismo, di Alessandro Mezzano
Davide Caluppi Agenzia Stampa Italia