Sul fronte interno, crescono i partiti greci che si oppongono alle politiche europee, prime fra tutte quelle economiche legate all’austerità e alla riduzione della spesa pubblica, in particolare Alba Dorata di estrema destra e i partiti della sinistra estrema, dal Partito Comunista Greco fino a SYRIZA e DIMAR. Ormai ogni Stato dell’Unione Europea ha visto crescere all’interno movimenti euroscettici, un processo che si sta ripetendo dovunque con modalità e risultati diversi da Stato a Stato. Ne è la prova l’esplosione del Movimento 5 stelle, che propone referendum sull’euro e sulla permanenza dell’Italia nell’Unione, l’abolizione del Fiscal Compact e del pareggio di bilancio, l’adozione degli Eurobond grazie ad un fronte comune dei paesi mediterranei e infine l’orientamento degli investimenti per attività di innovazione, di allevamento e agricole al fine di favorire i consumi nazionali interni. Partiti euroscettici sono nati in Germania (Alternativa per la Germania) e Regno Unito (Ukip, guidato da Nigel Farage), a cui si possono aggiungere la Lega Nord, che negli ultimi anni ha accentuato i toni anti-europei, e il Front National di Marine Le Pen, esponente dell’estrema destra francese.
Quale sarà il futuro di questi partiti? Con le elezioni europee potrebbero addirittura fare fronte comune all’interno del Parlamento Europeo, creando una situazione inedita per la politica comunitaria. Una cosa è certa: queste nuove formazioni politiche, nonostante le differenze, condividono e danno voce allo scetticismo verso l’unione Europea, una entità che ha perso la propria forza e la possibilità di rappresentare un “Sogno europeo” da contrapporre al “Sogno americano”, un’entità percepita lontana e di cui si sa molto poco anche a causa delle poche informazioni che vengono trasmesse dai canali di informazione nostrani. Si è voluta creare una Unione Europea senza aver creato precedentemente una coscienza europea, e il risultato è davanti agli occhi di tutti.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia