Cio' nonostante l'Italia, è bene ricordarlo e qui lo scandalo, ha firmato nel 1969 e ratificato nel 1975 il ''Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari'', dove all’articolo 2 si dice che: ''Ciascuno degli stati militarmente non-nucleari si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, ne' il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente''.
L’altro scottante argomento da molti mesi a questa parte è il famoso MUOS. E’ un sistema di comunicazioni satellitari di altissima frequenza; la sigla sta per “Mobile User Objective System. E’ composto da 4 satelliti e 4 stazioni a terra. Dovrebbe realizzarsi in Sicilia, a Niscemi tra le proteste dei comitati cittadini che non vogliono questa struttura fonte di malattie, tumori in primis. Tra le basi americane più conosciute in Italia ci sono: Ghedi a Brescia, Aviano, Vicenza, Camp Derby, Gaeta, Niscemi, Napoli, Sigonella, La Maddalena. La base di Ghedi a Brescia è un deposito di bombe nucleari. Da alcune fonti si ritiene contenga dai 10 ai 20 ordigni nucleari. Le armi sotto controllo USA dovrebbero essere utilizzate dai nostri Tornado dell’Aeronautica. Aviano è la base a stelle e strisce più grande del Mediterraneo più vicina al Medio Oriente. Nella base ci sono i cacciabombardieri F-16 con a rotazione squadriglie d’attacco. All’interno della base sono presenti una cinquantina di bombe atomiche. Il Pentagono sta pensando di costruire una struttura di 15 milioni di euro per le operazioni di imbarco dei soldati diretti nelle zone di intervento. Nella base ci sono 20 mila persone, una città. A Vicenza nella cittadina veneta c’è la caserma “Ederle”, il comando US Army dell’Europa del Sud. Il reaprto più importante è la 173° brigata aerotrasportata, una unità di assalto già operativa nell’Iraq ed Afghanistan. C’è una compagnia Irc pronta in stato di allerta. Nella base vivono 10 mila persone.
Camp Derby è dislocata in Toscana ed è il più importante deposito di bombe e munizioni degli USA. Ci sono bunker pieni di ordigni. Il pentagono sta ampliando il canale navigabile che collega la base al porto di Livorno. Vino oltre 2 mila persone. A Gaeta, a sud del Lazio, la base ospita il comando della VI flotta. Ci sono 40 navi, inclusa una portaerei nucleare, 25 mila soldati e 175 velivoli. A Napoli ci sono i comandi logistici della VI flotta americana. Vivono 10 mila tra soldati e familiari. La Maddalena in Sardegna, ospita il comando della 22° squadriglia sottomarini nucleari. Presente la “Emory Land”, una nave appoggio galleggiante con 1.200 persone che serve a rifornire, ad armare e riparare i sottomarini. A Sigonella, in Sicilia c’è il più grande aeroporto americano presente nel Mediterraneo. Ha funzione di scalo per velivoli e personale USA. All’interno ospita reparti speciali per le missioni di controllo dei traffici navali. Importante base per le azioni antiterrorismo. A Niscemi, l’altra base dislocata nell’isola siciliana c’è la base radio americana che gestisce le comunicazioni segrete nel Mediterraneo e Medio Oriente.
Ora in questo Dossier prenderemo in esame le generalità di una base e le sue funzioni. In un'altra puntata ci occuperemo del personale, del deposito di armi, e del ruolo strategico che queste hanno.
GENERALITÀ:
Una base è essenzialmente una località circondata da segreto che, per definizione, può nascondere segreti. Ciò che esiste al suo interno, uomini e materiali, è difficile, quando non impossibile, da conoscere nel dettaglio. Una base si configura come un’isola incastonata all’interno del nostro territorio nazionale, una porzione di superficie alla quale non si può avere libero accesso (cosa che sarebbe, invece, legittimo concedere, se non altro, alle Autorità preposte) e che, nel contempo, alla pari delle sedi diplomatiche (ma queste ultime avendone pieno diritto) gode di prerogative di extraterritorialità. Non solo. Gli USA hanno basi sparse in tutto il Mondo. Quelle ospitate in alcune porzioni di superficie del nostro territorio da una parte non sono accessibili ai diretti controlli istituzionali (e quando lo sono, lo sono segretamente, cioè con formule truccate), dall’altra fanno parte di una ragnatela che le connette ad altre basi. La loro stessa esistenza, in tal modo, viola i confini statali senza alcun riguardo per gli accordi internazionali. Viene quasi da ridere al pensiero che i nostri confini siano violati dagli immigrati clandestini. Mi pare che nel caso delle basi si sia in presenza di ben altri immigrati e di ben altri clandestini. Anche qui, come in altre faccende, ciò che manca, innanzitutto, è la decenza!
FUNZIONI
Da un punto di vista specificamente militare, una base è un luogo dove possono essere custodite delle forze ma anche un luogo di ridistribuzione e proiezione delle stesse. All’interno essa permette l’addestramento d’uomini e mezzi e lo svolgimento di “operazioni di spionaggio e sabotaggio”. Il riserbo mantenuto su tali luoghi consente anche la sperimentazione d’apparecchiature segrete e può essere un punto di riferimento per la condotta della navigazione elettronica. A quanto risulta da una serie di inchieste giudiziarie, in Italia le basi NATO sono state utilizzate come nascondiglio clandestino per operazioni speciali che facevano capo a “Gladio” (esercito anticomunista organizzato da NATO-CIA) e anche da deposito di armi per la medesima organizzazione. Si è ipotizzato inoltre che le “operazioni” consistessero in organizzazioni di “colpi di stato” e in “attentati” (1960-1985). In particolare, attraverso accordi “sotterranei” tra i servizi Usa (la Cia) e quelli italiani (Sifar) fu a suo tempo possibile la costituzione di “Basi Nazionali Clandestine” (BNC, come quelle operanti con la Gladio) e di depositi di armi nascosti (i cosiddetti Nasco), oltre alla costruzione di gruppi di operatori speciali dei servizi chiamati “Ossi”, la cui identità rimaneva celata tramite l’uso di documenti segreti. In seguito, la seconda Corte di Assise di Roma con sentenza del 21 dicembre 1996, dichiarò tali gruppi “eversivi dell’ordine costituzionale”. Ma ciò non è tutto. Sin dal 1952, con uno dei primissimi accordi segreti, i servizi americani ed italiani si accordarono per la costruzione della base di Capo Marargiu di Gladio in Sardegna. Si trattava “ufficialmente” di una base italiana, tuttavia progettata e pagata dagli Usa, che avrebbe ospitato, in caso di colpo di Stato (auspicato per evitare l’ingresso del PCI nell’area di governo) i personaggi considerati politicamente pericolosi (i cosiddetti enucleandi). La lista di questi “deportabili”, circa seicento fra uomini di cultura, politici e professionisti di varia estrazione politica e sociale, esiste tuttora, ma nessuno si è mai fatto carico di renderla pubblica. In maniera più che esplicita. Nell’accordo italo-statuniitense del cosiddetto piano Demagnetize (smagnetizzare i comunisti), un’altra diavoleria uscita fuori dalle menti malate degli ultra-atlantici, si legge: “I governi italiano e francese non devono essere a conoscenza, essendo evidente che l’accordo può interferire con la loro rispettiva sovranità nazionale”. Com’è evidente, nel caso specifico, erano addirittura esclusi dalla conoscenza i governi italiano e francese, mentre tutto si svolgeva a livello dei Servizi Segreti dei rispettivi Paesi, in combutta con la CIA.
Davide Caluppi Agenzia Stampa Italia