In una lunghissima giornata (in tutto non meno di tredici ore) il Papa va incontro a san Francesco visitando tutti i luoghi principali della sua vita in Assisi. Ma il primo degli incontri il Papa “venuto da lontano” lo vuole fare con l’umanità che soffre e che spesso la nostra società si rifiuta persino di vedere, di riconoscere, di considerare e sostenere. E’ l’incontro con “gli ultimi”, possiamo dire. Anche se mentre lo diciamo non dobbiamo dimenticare che i ragazzi e le ragazze colpiti da gravi disabilità plurime che il Papa incontrerà all’Istituto Serafico hanno la “fortuna” e il “privilegio” di essere seguiti da una struttura di grande qualità. In cima al lungo elenco degli “ultimi” ci sono molte altre persone che non hanno accesso a questo tipo di servizi e che sono costretti a fare i conti tutti i giorni con l’abbandono e l’isolamento. In questo incontro Papa Francesco trascina anche tutte le autorità civili che saranno ad accoglierlo offrendo loro una grande opportunità per riscrivere la lista delle priorità della politica e delle istituzioni.
Il secondo grande gesto, Papa Francesco lo ha fatto scegliendo di andare a pranzo con i poveri al Centro di prima accoglienza della Caritas di Santa Maria degli Angeli. Gli era stato proposto di accogliere i poveri al Sacro Convento di San Francesco. E invece ha scelto di andare lui stesso incontro ai poveri nel luogo dove abitualmente consumano un pasto caldo grazie alla solidarietà e all’impegno di tanti volontari. Ci va da solo, insieme al vescovo di Assisi, senza il seguito papale e le autorità. Non era mai accaduto. Tra gli “ultimi” ci sono i poveri. E’ a loro che i due Francesco ci invitano a prestare la nostra attenzione più grande. Un’attenzione che deve essere autentica, umile, rispettosa della dignità delle persone. Un’attenzione che si deve fare concreta condivisione e che esige cambiamenti radicali.
Questo andare incontro ai poveri (che il cardinal Bergoglio ha avuto modo di conoscere in quantità impressionanti in Argentina) avrà un altro momento speciale nella sala della Spoliazione di San Francesco che si trova (pochi la conoscono) presso il vescovado di Assisi. Entrando in questa sala (e sarà la prima volta per un papa) il vescovo di Roma incontrerà alcune delle persone assistite dalla Caritas. Lo avrebbe potuto fare in mille altri posti. E invece, dopo che Mons. Sorrentino gli ha segnalato il luogo e il gesto del santo di Assisi non ha avuto esitazioni: “Voglio venire a parlare di come la Chiesa si deve spogliare, cioè di come deve ripetere in qualche modo il gesto di Francesco e i valori che questo gesto implica”. Domani conosceremo il resto. Ma chi vuole aprirsi sinceramente all’ascolto ha già molto su cui riflettere.
Flavio Lotti
Coordinatore nazionale della Tavola della pace