“La Canzone Napoletana nel mondo”. Intervista al Maestro Gianluigi Esposito
Caro Maestro, da sempre con orgoglio dichiari di esserti ispirato al grande chansonnier Sergio Bruni. Cosa significa oggi essere Cantante Chitarrista alla stregua del grande Maestro ?
Caro Maestro e Amico, innanzitutto grazie per avermi voluto dare la possibilità di parlare di me. Dal Maestro Sergio Bruni ho appreso l’amore e il rigore dell’arte, grazie a quel formidabile artista che è Mimmo Angrisano, suo allievo prediletto. Mimmo per anni mi ha dato lezioni gratuitamente, così come Bruni faceva con lui, quindi un modo di pensare all’arte che viene da lontano e che si tramanda attraverso un metodo artigianale di cui mi onoro di farne parte, pur non ritenendomi all’altezza della cosa.
Maestro, sei nato e vivi ad Angri, in provincia di Salerno. Nella Tua città hai impresso la tua vocazione artistica, hai tenuto concerti ed organizzato rassegne. Hai ricoperto anche ruoli Istituzionali ed oggi dirigi una scuola di teatro e cinema.
Come vedi il futuro “culturale” della “Provincia”, le nostre Comunità più a Sud del Paese potranno vivere un “Rilancio” attraverso la Cultura ?
Credo che il rilancio della nostra regione, passi attraverso un grande progetto culturale che veda coinvolte le migliori professionalità. La nostra provincia in particolare, dovrebbe giocare un ruolo determinante, facendo sistema, non è possibile pensare che il Teatro Verdi sia solo il teatro di Salerno quando è il teatro lirico che rappresenta tutta la nostra area e unitamente al San Carlo un’eccellenza della lirica. Va rivisto il ruolo del teatro pubblico campano, non è possibile che i cartelloni dei pochi teatri esistenti siano sempre gli stessi, senza nessuna possibilità di spazio per le giovani realtà, questa scelta, che spero la Regione Campania si decida a rivedere, ha determinato, nel corso dei decenni, un appiattimento e una scarsissima qualità dell’offerta culturale. Il Teatro Pubblico Campano, nasce per sostenere le nuove leve, non per dare decine di date sempre agli stessi nomi che poi guadagnano anche sui borderò SIAE e sui contributi del ministero, proprio in relazione alle tante date avute.
Maestro, da Sergio Bruni a Michele Placido. Ma anche con altri grandi artisti hai condiviso il palcoscenico. Grande soddisfazione ?
Una grandissimo onore aver condiviso il palco , in qualità di cantante, con Placido, Giannini, Giuliana De Sio e tanti altri. Mai avrei immaginato di trovarmi in una situazione di protagonista, insieme con il mio fraterno amico Antonio Saturno, con artisti di questa levatura. Da tutti loro ho appreso il senso della professionalità e dell’umiltà. Con il maestro Placido c’è un rapporto ormai familiare, ho con lui girato tutta l’Italia e ancora facciamo spettacoli, proponiamo progetti, lavoriamo ad idee con un entusiasmo straripante. Mai il maestro mi ha fatto sentire un subalterno, mai da lui un atteggiamento da divo, ma sempre, ogni sera, una lezione di umiltà e di teatro. Naturalmente continuo a collaborare anche con gli altri artisti.
Maestro, so che adesso sei impegnato con l’attore regista Gianfranco GALLO (Figlio dell’altro Grande Interprete Partenopeo NUNZIO) in un Film. Ce ne parli ?
Il Film ha una tematica interessante, ma non ve la svelo, vi chiedo di andare a vederlo. Con Gianfranco è nato un rapporto di grande amicizia, oserei dire fraterna. Gianfranco non è solo un bravissimo attore, ma un vero poeta che sente con la sua sensibilità i travagli del tempo che vive. Questo film è anche un momento di grande entusiasmo, perché rappresenta una speranza di lavoro per tante maestranze che da un anno stanno subendo gli effetti di una crisi.
Maestro, oltre alla Musica, al Cinema, al Teatro, come molti altri “grandi” hai un’altra passione: la “Ristorazione” e la “Cucina”. Quest’ultima attività la intersechi con il sociale. So che molte tue iniziative, soprattutto in questa insidiosa pandemia, legate al tuo suggestivo locale “O Vico d’ ‘o Vattariello” le hai tenute in piedi per salvaguardare i dipendenti e i collaboratori e questo ti fa onore. Cosa accadrà, dal tuo punto di vista ?
Credo che ci sarà una forte ripresa economica. Ho combattuto in questo anno per non vedere distrutti i miei sacrifici, ho quasi terminato i miei risparmi, ma non potevo lasciare a casa i miei dipendenti. Adesso sono in procinto di aprire una pizzeria che chiamerò #vicodovattariello2.0
Maestro, infine, nel Tuo meraviglioso excursus professionale si legge anche il Tuo impegno per il sociale, per i giovani, la Tua azione Artistico - Culturale nel “Non profit”, la Tua Ideazione in varie iniziative. Come vedi oggi il cambiamento nel mondo dello spettacolo ? La telematica, le nuove tecnologie aiutano oppure destabilizzano ancora di più un mondo che rischia di affidare l’anima ad internet ?
Come sai da anni sono impegnato nel recupero dei detenuti, ho recitato in diversi penitenziari, collaboro con la compagnia Assaie del carcere di Rebibia e con Cosimo Rega un ergastolano divenuto attore autore davvero notevole. Poi ho pubblicato un libro di poesie di Raffaele Cutolo e oggi, su autorizzazione della moglie, faccio da supervisione alla sceneggiatura di una produzione cinematografica che si sta occupando del caso. Credo che il recupero dei detenuti, così come la possibilità di utilizzare queste persone per parlare ai giovani sui reali problemi che porta la scelta della criminalità, sia fondamentale per combattere la mafia e la camorra.
Sulla utilizzazione delle tecnologie non ho particolari preconcetti, ma credo fortemente che alla base debba esserci sempre una grande preparazione e uno studio approfondito, poi internet e i social possono servire solo da amplificatori.
La Cultura musicale conserverà una sua sacralità ?
Io credo di si, vedere in streaming o sui social un concerto di Riccardo Muti significa sempre percepire delle emozioni, chiaramente dal vivo è un altro discorso, ma non demonizzerei i social, anche perché lo stesso discorso dovrebbe valere per un disco o un video, ma come dicevo prima, se il prodotto è buono le sensazioni arrivano.
La Canzone Napoletana D’Autore sopravvivere ?
Questa è una domanda a cui posso dare una risposta parziale. La grande Canzone continuerà ad essere ascoltata, i capolavori del passato ormai non temono più il logorio dei secoli, piuttosto il cuore del problema è un altro, ben più difficile e cioè la continuità della nostra musica! Come continuare a rinverdire questa tradizione senza tradirla e senza rimanerne soffocati? Con Sergio Bruni muore l’ultimo grande compositore che aveva coniugato tradizione e modernità attraverso uno studio e un intuito musicale che lo portava ad essere in linea con la lezione dei vari Costa, Tosti, Valente e Gambardella. Oggi dobbiamo prendere atto che dopo 5 secoli la canzone napoletana si è fermata, non è solo crisi, non è nemmeno morte, ma un momento di fermo che potrebbe divenire devastante se non si corre ai ripari. Come? Come si è sempre fatto quando ci sono le difficoltà, ricorre al passato per studiarlo, e dargli al giusta continuazione! Sarebbe bellissimo se gli Enti come Regione e Ministero della Cultura, invitassero le varie case editrici ancora esistenti a ripubblicare i loro cataloghi di canzoni opere poetiche e teatrali dei grandi poeti! Oggi a parte Di Giacomo e un po’ Russo, non abbiamo più da 50 anni la ristampa delle operi di Ernesto Murolo, Libero Bovio, Bracco e tanti altri, un giovane che voglia accostarsi deve fare ricerche assurde e pagare fior di quattrini per recuperare un libro di questi autori, invece, rimetterli in circolo e attuando dei progetti culturali importanti, potremmo tornare ad abbeverarci alla fonte di questa straordinaria tradizione e continuarle a dare vita! In pratica se impari a leggere gli autori che ho citato, difficilmente poi cadi nell’equivoco creato da una certa musica cosiddetta neomelodica che in molti casi rappresenta il peggio dell’animo umano.
Grazie per la Tua squisita disponibilità e in bocca al lupo per tutto.
Espedito De Marino per Agenzia Stampa Italia