(ASI) Agenzia Stampa Italia ha già presentato la denuncia della situazione di Safilo, l'azienda che ha annunciato in maniera scioccante l'esubero di migliaia di persone nei veri stabilimenti del gruppo. Le si possono leggere in data 16 e 23 maggio, a mio nome. La situazione non è si affatto sbloccata, ma non ci si può dimenticare dell'argomento, soprattutto per l'altissima posta in gioco dei lavoratori.
Ripercorriamo assieme le tappe della triste realtà. L'11 maggio, l'annuncio – choc della società. 550 esuberi su 1200 dipendenti per lo stabilimento di Longarone, 350 per quello di Santa Maria di Sala su 800, e 100 su 800 per quello di Padova.
Il 23 maggio, Safilo presenta la possibilità di non parlare più di licenziamenti. Dal 25 maggio invece, comincia la fase di stallo, ancora vigente. Le parti non concordano sulla modalità di applicazione dei contratti di solidarietà. Si discute di soluzioni a lungo termine, dell'adattamento dei lavoratori a diverse mansioni, del post – solidarietà. Quale sia la strada da percorrere, visto il vuoto di produzione del 35% lasciato dalla perdita della commessa Armani nel novembre 2011, non sembra chiara. Potrebbe essere la ricerca di nuovi marchi, oppure investimenti di altro genere. Una cosa è certa. Sono ripartite le assemblee sindacali a Santa Maria di Sala e negli altri stabilimenti. E qualora le proposte non venissero accolte nei prossimi incontri, i sindacati faranno partire le iniziative di lotta, col mandato dei lavoratori. Auspichiamo quindi che questo tavolo di trattative sospeso venga presto ripreso, per far sì che un'azienda strategica per il territorio, per l'Italia e per il mondo intero ritorni al suo splendore.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia
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