(ASI - Rimini) - Giorgia Meloni apre il suo intervento al Meeting di Rimini davanti a una folla gremita ed entusiasta, dopo essere stata accolta da applausi scroscianti e da una standing ovation, sottolineando il forte legame con il pubblico di Comunione e Liberazione e presentandosi non solo come capo del Governo ma come interprete delle sfide che attendono l’Italia e l’Europa. Il cuore del suo discorso ha ruotato attorno ai temi cruciali che accompagneranno l’operato del Governo nei prossimi mesi: premierato come forma di garanzia di stabilità e competitività, riforme istituzionali quali autonomia differenziata e di Roma Capitale, la riforma della giustizia, politiche sociali, immigrazione e il ruolo dell’Italia in Europa e nello scenario internazionale.
Dalla stabilità istituzionale al piano casa per i giovani e sostegno al ceto medio, passando per la riforma della magistratura, effettuando un cambio di passo per rilanciare il ruolo strategico del nostro Paese nello scenario internazionale, con l’impegno per l’Ucraina e gli aiuti a Gaza, fino al controllo dei flussi migratori, attraverso una stabilità politica, crescita economica e identità nazionale, facendo leva sulla responsabilità collettiva e al senso di comunità per affrontare le sfide future del Paese.
La premier ha ribadito l’urgenza della riforma del premierato, considerata fondamentale per garantire la stabilità ai governi e dare ai cittadini il diritto di scegliere direttamente il presidente del Consiglio. Secondo Meloni, l’instabilità politica degli ultimi decenni ha frenato il Paese e indebolito la sua credibilità. Sul fronte della giustizia, ha parlato poi di processi farraginosi e la conseguente necessità di intervenire sul Consiglio Superiore della Magistratura e sulla responsabilità diretta dei giudici.
Un passaggio significativo è stato dedicato al tema del diritto alla casa. Meloni ha annunciato un piano casa a prezzi calmierati, per agevolare soprattutto giovani coppie e famiglie numerose, con incentivi fiscali e procedure semplificate «Perché senza una casa è difficile costruire una famiglia». L’attenzione crescente sale anche verso il ceto medio, accennando in pratica alla riforma Irpef per il sostegno indiretto a questo comparto.
Sotto i riflettori anche il ruolo dell’Italia in Europa: la premier ha richiamato con orgoglio la proposta italiana legata all’articolo 5 della NATO, come tutela per Kiev che rappresenta oggi «la principale sul tavolo» e di fatto riaffermando l’impegno italiano nella difesa della sovranità di Kiev. La premier ha ribadito la condanna ad Hamas e la difesa della sicurezza di Israele, ma ha anche ammonito che Tel Aviv ha superato il principio di proporzionalità, richiamando la necessità di aiuti umanitari a Gaza e di un freno all’espansione degli insediamenti.
Non è mancato il riferimento al tema dell’immigrazione, che se incontrollata o peggio illegale, rappresenta un «danno per qualsiasi società». La premier ha rivendicato i risultati ottenuti in termini di controllo dei flussi migratori, ma ha chiesto maggiore impegno da parte dell’Europa, citando anche gli accordi con i Paesi africani e la necessità di rafforzare la lotta contro le reti criminali che gestiscono i traffici di esseri umani.
In chiusura di intervento Giorgia Meloni ha richiamato i valori di comunità, identità e radici. Ha invitato a guardare al futuro con coraggio senza dimenticare la storia millenaria dell’Italia, invitando alla mobilitazione collettiva nel segno della responsabilità civica: «non sono qui a cercare consenso, sono qui a chiedervi una mano, perché senza luoghi di società viva la politica non ce la può fare».
Il discorso ha ricevuto applausi calorosi dalla platea, segno di un consenso solido, ma anche di un’agenda politica che si prepara ad affrontare mesi cruciali: la premier Meloni ha voluto presentarsi come leader capace di unire pragmatismo e visione, ribadendo il suo obiettivo: rendere l’Italia più forte, stabile, resiliente, più giusta e protagonista in Europa e nel mondo.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



