(ASI) “Non possiamo aspettare il 2026 per raggiungere il traguardo di “qualche centinaio” di posti in più nelle carceri indicato dal Ministro Nordio tenuto conto che a fine 2026 ci ritroveremo con poco meno di 70 mila detenuti a fronte degli attuali 64 mila che segnano già un sovraffollamento del 130 per cento e in alcuni istituti anche superiore.
Il Ministro sa bene che ogni mese registriamo circa 300 nuovi ingressi negli istituti e che quindi il rischio al 2026 è condividere un posto letto tra detenuti della stessa cella”. Così in una nota Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP. che aggiunge “sul programma di edilizia carceraria, dopo la nomina recente di un commissario, il Ministro Nordio nel giro di poco tempo è passato dalla ristrutturazione di ex caserme militari alle celle container sino alla impossibilità di costruire nuovi istituti penitenziari. È la riprova che rispetto alla necessità da tutti sostenuta di predisporre un piano concreto e fattibile di edilizia carceraria si brancola nel buio e l’unico che non se ne rende conto è proprio il Ministro”. Nel ricordare che sinora l’unico piano di edilizia penitenziaria sul tavolo è quello di aprile da 32 milioni di euro per la realizzazione di appena 384 nuovi posti detentivi, per il segretario S.PP. “si preferisce ricorrere a soluzioni estemporanee come nel caso delle celle-container che produrrebbero uno spreco di denaro. I problemi resteranno gli stessi soprattutto quelli del sovraffollamento. C’è di più: progettare nuovi padiglioni prefabbricati non collegati direttamente con gli istituti già esistenti pone un serio problema di personale penitenziario aggiuntivo che è già ampiamente sottorganico. Per semplificare, è come se si realizzassero nuovi mini-carceri con capienza di 40-50 posti ma a svolgere attività di servizio sono sempre gli stessi agenti. Evidentemente e a riprova dello stato confusionale esistente anche la strada delle ex caserme è stata abbandonata in fretta, mentre i soldi (36 milioni) per l’operazione del “carcere” in Albania sono stati trovati dal Governo con grande rapidità. L’edilizia penitenziaria– dice ancora il segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria –ha bisogno di un serio piano di interventi a breve e medio termine soprattutto negli istituti che hanno oltre un secolo di vita oltre alla priorità da dare alle assunzioni di nuovo personale penitenziario per garantire il rispetto del regolamento carcerario “calpestato” dalle continue aggressioni e violenze agli agenti e di assistenza psicologia e sanitaria e se realmente si vuole mettere fine ai suicidi di detenuti, già 38 dall’inizio dell’anno”.