(ASI) Roma - "Il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori agricoli è una piaga di questo Paese che il governo non vuole affrontare seriamente. Se qualcosa è stata fatta, la realtà ci dice che è del tutto insufficiente.
Una recente inchiesta della Guardia di Finanza nel lodigiano ha svelato un sistema di caporalato dove le vittime erano costrette a lavorare fino a sedici ore al giorno ed erano pagate per sei. Non solo: queste forme di sfruttamento si sono anche evolute, come testimonia la denuncia della Filca Cisl di Milano qualche giorno fa, che ha parlato dei nuovi sistemi di reclutamento dei manovali attraverso chat whatsapp e telegram in luogo dei classici furgoncini in giro all'alba. Chi lavora i campi in Italia è spesso vittima di ricatti, come quello della restituzione dello stipendio. Tutta questa situazione, che come M5S denunciamo da tempo, viene trascurata dal governo in maniera inaccettabile. Anche l'ultimo tavolo sul caporalato - che abbiamo istituito noi nel 2019 e che prima della tragica morte di Satnam Singh era stato convocato solo una volta - al ministero del lavoro, all'inizio del mese di agosto, si è rivelato privo di ogni sostanza, come denunciato dai nostri esponenti di commissione agricoltura. Ad oggi attendiamo di sapere dove sono finiti i 200 milioni di euro del Pnrr per superare i ghetti dei braccianti e attendiamo ancora risposte dal governo riguardo la promessa di estendere il Durc di congruità al settore agricolo. Lasciare soli i lavoratori sfruttati e sottopagati è qualcosa che non è degno di un Paese civile." Lo comunica in una nota Elena Sironi (M5S), componente della Commissione ambiente del Senato.