(ASI) "Roma - "È spiacevole quanto accaduto a due turiste italiane, che a Spalato, in Croazia, hanno pagato 550 euro per una corsa in taxi di 25 chilometri, durata appena mezz'ora.
Tuttavia, non è colpa solo dei tassisti che le hanno "spennate", ma della deregolamentazione tipica del sistema neoliberista. Va riconosciuto che in Croazia questa libertà tariffaria è concessa a tutti gli operatori, e non solo alle multinazionali, creando una "barbarie paritaria" nei confronti dei clienti", è quanto dichiara in una nota il presidente nazionale del sindacato Uritaxi, Claudio Giudici.
"La grande ipocrisia presente oggi in Occidente, e in Italia, è quella di applicare regole diverse nello stesso mercato: mentre i piccoli artigiani con partita Iva che guidano un taxi devono rispettare stringenti obblighi di servizio pubblico a tutela dell'utenza, le multinazionali come Uber - prosegue Giudici - godono di totale libertà, compresa quella tariffaria. In nessun altro settore economico al mondo si tollera o si promuove il principio di regole diverse all'interno dello stesso mercato".
"Per questo motivo esiste la distinzione tra taxi e ncc, con l'obbligo per questi ultimi di prenotazione e la limitazione a non svolgere il lavoro del taxi con regole più favorevoli. Questo fenomeno si chiama concorrenza sleale. Il Governo italiano - conclude il presidente nazionale Uritaxi - potrebbe risolvere questa evidente ingiustizia, che troppo spesso viene ignorata, pubblicando i tanto attesi decreti attuativi".