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Il popolo che Lotta non è mai schiavo. Per questo il Movimento dei Forconi va preso ad esempio

(ASI) Il Movimento dei Forconi, nonostante la grandissima mobilitazione popolare e il grande consenso avuto, annuncia che la protesta continuerà fino al raggiungimento delle richieste fatte al governo regionale e all'esecutivo centrale. La radicalizzazione della lotta è stata resa necessaria a causa della mancanza di risposte serie e tempestive da parte delle istituzioni.

Istituzioni che, invece di trovare concrete soluzioni ai problemi, si sono ancora dimostrate, incapaci sia a livello regionale e sia a quello nazionale. Anzi hanno "brillato" nel prendere e perdere tempo prezioso senza affrontare le gravi emergenze che stanno mettendo in ginocchio i settori strategici dell'economia siciliana, peggiorando le condizioni sociali di tutti gli abitanti.

Di fronte a questa difficile situazione, il Movimento dei Forconi ha saputo mantenere calma, risolvere le incomprensioni interne, ricompattarsi e trovare giovamento dalle difficoltà. Anzi ha saputo rafforzare le proprie convinzioni ed unire nella lotta anche gli: autotrasportatori,pescatori, artigiani, studenti, commercianti,disoccupati,massaie, persone stanche delle ingiustizie subite. Dalla Sicilia si è propagato in continente un nuovo vento benefico, una rivolta pacifica. Stiamo assistendo ad una rivoluzione culturale che finalmente supera gli antichi retaggi, le infeconde sedimentazioni psicologiche, e , in nome del bene comune, il Movimento è, sebbene con fatica è riescito a superare persino le contrapposte gabbie ideologiche, creando i dirompenti presupposti per una nuova sintesi. Una fresca energia capace di rimuovere tutti gli impedimenti, creati e messi ad arte dal sistema e dai suoi servi, per dividere il popolo e per far fallire il raggiungimento degli irrinunciabili obiettivi.

Una folla indomabile, multigenerazionale è scesa pacificamente nelle piazze urlando la sua rabbia e disperazione.  Il popolo siciliano ha ritrovato la sua antica fierezza, desideroso  di riprendersi con il sacrificio e la lotta il diritto al futuro. L'ha fatto con smisurata dignità, con forte determinazione , ma anche con grande senso di civiltà. L' ha fatto mentre la globalizzazione l'ha messo in miseria,
Sì quella globalizzazione sbandierata da tutto l'occidente come il massimo bene per l'umanità. Invece, la globalizzazione si è svelata per quel triste inganno che è. Infatti, da un lato, ha addomesticato gli esecutivi, togliendo potere decisionale al parlamento, sovranità alle nazioni, impoverito sempre più i popoli. Dall'alto lato, però, ha sfacciatamente favorito il mercato finanziario speculativo, arricchendo unicamente i grandi usurai e gli spregiudicati potentati economici transnazionali. Il tutto fatto "democraticamente e legalmente" spacciato per civiltà e progresso. Siamo arrivati all'assurdo, razionalmente inaccettabile, che questo gruppo ristretto finanziario ha cereato un sistema mondiale in cui il destino e le condizioni sociali delle umane genti, dipendono esclusivamente dai loro spregevoli giochi in borsa e dall'andamento del differenziale dei titoli quotati nel mercato globale (spread). Ora che il ,ricco è sempre più ricco, i poveri sempre più poveri e la fascia media scivola insìesorabilmente verso la soglia dell'indigenza ci si è resi conto della realtà e della menzogna.  Questa è la causa primaria della crisi mondiale che prima di essere economica è decadenza etica e morale. Ma il riverbero negativo è planetario e il malessere non solo economico-sociale è totale. Così cresce l'insoddisfazione, la rabbia e il desiderio di cambiamento. Che sia questo stadio di decadimento una fase cruciale non c'è dubbio, ma dobbiamo vigilare che tutti gli autori di questa tragedia siano definitivamente messi in condizione di non nuocere più.  

Per colpa di questi sfruttatori la crisi colpisce principalmente l'economia reale, quella sana che è frutto del sudore, del sacrificio e del sapere degli uomini. Però l'incantesimo e le angherie del potere globale finiscono quando il popolo che localmente prende coscienza della situazione in atto e si ribella fa esplodere in tutto il pianeta le contradizioni del sistema globale. Dalle piccole scintille nascono grandi incendi. Si lotta per affermare i propri irrinunciabili diritti, si esce dagli schemi prestabiliti,  si pretende che le cose cambino veramente. Non ci  si sente più rappresentati dai politici corrotti locali e dal parlamenti.
Ne sia esempio l'attuale esecutivo  italiano,  sempre più distante dal Paese reale e dalle sue reali necessità. Un parlamento, "democraticamente" silenziato da un governo tecnico (non eletto) con a capo Monti, uomo che proviene da quei poteri forti che sono i prinipali artefici della crisi.

Per questo il popolo prende a simbolo il forcone dei contadini, come civile arma per riportare ordine nella scala delle priorità esistenziali e per ottenere giustizia sociale. L'eco di questa feconda battaglia siciliana si sta diffondendo in tutta Italia ed è diventata l'esempio, la via da seguire. Lo è  per tutte le categorie che vedono ingiustamente calpestati i legittimi diritti. Siccome è un vento benevolo la cui pura energia proviene dalla saggezza popolare, il soffio che emana sarà foriero di grandi cambiamenti, quei grandi cambiamenti che ogni uomo giusto attende e che diventa una valida ragione per battersi!
Una cosa è certa, il popolo che lotta vince sempre. Prevale perché rompe le catene che l'hanno reso schiavo... Quando questo processo di vera liberazione avverrà, democraticamente, nulla sarà come prima per i criminali finanziari, i politici corrotti, loro servi. che hanno affamato, e stanno affamando l'umanità!!! Per il fatto che è una battaglia di civiltà, di giustizia sociale, io ho scelto di  stare con il popolo che lotta. 
Consapevole che solo condividendo con la gente  la lotta, vivendola  all'interno della stessa barricata, si misura la propria reale adesione alla causa, si cementa la nuova sintesi, si realizza l' unione di tutti i veri rivoluzionari!!!
 



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