(ASI) "L'anteprima dell'intervista rilasciata da Giorgia Meloni a una nota rivista conferma una delle più evidenti doti della premier: la propaganda vittimista. Vogliamo tranquillizzarla, non siamo sotto shock come donne di sinistra, tantomeno per il fatto che è una donna di destra a guidare il Paese: non è certo la prima al mondo, e di questo deve ringraziare il lavoro dei femminismi, oltre all'antifascismo che le ha permesso di candidarsi e farsi votare.
Siamo però preoccupate che dietro le caricature e la denigrazione costante delle donne che non la pensano come lei si celi in realtà un totale disimpegno nei confronti della condizione femminile sotto il profilo dell'inclusione sociale e lavorativa, che sta peggiorando, mentre il suo partito non ha altre politiche oltre l'aggressione costante ai diritti riproduttivi delle donne e delle ragazze". Così in una nota la Portavoce nazionale delle Democratiche, Roberta Mori. "Meloni - prosegue - sembra ossessionata dalla sinistra, che oggi non governa l'Italia, mentre lei e il suo partito, che la governa da ormai due anni, non fanno nulla per diminuire la disoccupazione femminile che al Sud è la più alta in Europa, per sostenere il reddito delle donne, che sono la maggioranza dei lavoratori poveri, per garantire il diritto alla salute e alla salute riproduttiva dove mancano servizi, e per formare alla prevenzione delle violenze e dei femminicidi tutti coloro che hanno responsabilità educative, di protezione e sicurezza. Invece di sbandierare a vuoto il concetto di "merito" - sottolinea l'esponente dem - Meloni dovrebbe sapere che se oggi una lavoratrice su cinque esce dal mercato del lavoro dopo essere diventata madre di rado lo fa per sua scelta. Meloni potrebbe, ad esempio, interrogarsi su che "merito" possa esprimere una donna che, ad esempio, si trova a dover accudire figli e familiari non autosufficienti in assenza di nidi, sostegni paritari di cura e servizi di welfare territoriale scomparsi dal PNRR. Invece - aggiunge Mori - la Premier tiene solo a ribadire quant'è bella la destra, con il suo individualismo che è l'esatto contrario del progresso collettivo. Piuttosto che perdere tempo a vaneggiare di declinazioni fantasiose della parola "presidente", sostantivo di genere comune che si studia alle elementari - conclude - potrebbe tentare di usare qualche volta la declinazione "noi" quando parla delle donne. La segretaria del Partito Democratico lo fa senza pensarci troppo, e noi seguiamo volentieri il suo esempio".