(ASI) Roma - «In questa torrida estate dove purtroppo il triste elenco di detenuti che si tolgono la vita continua drammaticamente a crescere, Forza Italia Roma, nell'ambito dell'iniziativa "Estate in carcere", ha scelto di iniziare le visite dalla Struttura di Medicina protetta dell'Ospedale Sandro Pertini perché il diritto alle cure è uno dei diritti fondamentali dei cittadini e va assicurato nel corso della detenzione.
Nel reparto, dove ho incontrato il Direttore Sanitario con funzioni vicarie, Dott.ssa Maria Cedrola, la direttrice medica del presidio ospedaliero Pertini, Cristiana Bianchini, la responsabile della Uoc Medicina protetta, Dott.ssa Samuela Beccaria, il Commissario della Polizia penitenziaria al reparto di Medicina protetta, Giovanni Patrizi, ho avuto modo di constatare la grande professionalità degli operatori sanitari e degli agenti di polizia penitenziaria che vi lavorano, spesso anche sotto organico. Abbiamo affrontato anche il tema dello spostamento della medicina protetta all'interno della struttura centrale dell'ospedale per evitare i lunghi turni di piantonamento della polizia penitenziaria che sottraggono ulteriore risorse. L'umanizzazione delle carceri passa anche da una sanità penitenziaria che funzioni e riesca ad erogare cure senza discontinuità e disomogeneità». Così in una nota Luisa Regimenti, Segretario di Forza Italia Roma Capitale.
«Uno dei problemi del sovraffollamento delle carceri è il peggioramento delle condizioni di detenzione con inevitabili impatti sulla salute delle persone detenute. Alcuni detenuti, per avere un accertamento medico in tempi brevi, arrivano anche allo sciopero della sete e della fame. Oggi guardiamo con fiducia al Dl Carceri, all'esame del Parlamento, che, anche su impulso di Forza Italia, contiene misure fondamentali per alleggerire il sovraffollamento degli istituti penitenziari e rendere le carceri dei luoghi dove è possibile gettare le basi per l'inizio di una nuova vita. Continueremo ad accendere i riflettori per restituire dignità ai detenuti e a coloro che lavorano in ambito penitenziario» conclude.