Grande fermento in Sicilia, più precisamente nella base Nato di Sigonella, dove da meno di un mese è giunto il primo Global Hawk nord americano e dove sembra moltiplicarsi a dismisura il giro d’affari legato a questa installazione militare.
Grande fermento in Sicilia, più precisamente nella base Nato di Sigonella, dove da meno di un mese è giunto il primo Global Hawk nord americano e dove sembra moltiplicarsi a dismisura il giro d’affari legato a questa installazione militare.
La Cmc, la cooperativa muratori cementisti di Ravenna, società che ha già ottenuto importanti commesse per la realizzazione della nuova base militare statunitense di Vicenza la Ederle2, ha infatti trovato una gallina dalle uova d’oro anche nella più grande isola del Mediterraneo.
Il dipartimento della marina militare a stelle e strisce, attraverso l’apposito comitato, ha infatti deciso di assegnare alla cooperativa rossa l’appalto per realizzare a Sigonella il complesso in cui verranno effettuate le attività di manutenzione dei velivoli spia senza piloti made in Usa.
Grande successo per la ditta ravennate che ora, entro 27 mesi, dovrà portare a termine quella che la stessa amministrazione militare statunitense ha definito un’opera di grande importanza geopolitica e strategica per monitorare e tenere sotto controllo il sempre più intricato scenario medio orientale.
Pur di ottenere questo importante appalto la rossa cooperativa ha fatto uno sconto notevole alla controparte. Se negli Usa avevano quantificato la spesa prevista in poco meno di 32 milioni di dollari, il gruppo italiano ha infatti chiesto poco più della metà, per l’esattezza 16 milioni e mezzo di dollari per realizzare un hangar di quasi 6000 metri quadrati ed altri quattro appositi magazzini per tutte le varie attività di manutenzione riparazione ed ispezione dei velivoli. L’appalto ovviamente comprende anche la realizzazione di tutti i vari impianti necessari al funzionamento di questa struttura.
Questa comunque non è la prima grande commessa che la Cmc ottiene a Sigonella, dove anzi i suoi operai sono ormai presenti da una quindicina di anni, con un tornaconto non indifferente.
Nel 1996 questa società ottenne infatti l’appalto per il progetto “MegaII” che prevedeva la demolizione e la ricostruzione di vari edifici per un giro d’affari di oltre 88 miliardi delle vecchie lire; per la cronaca nell’occasione ci fu anche la protesta della sempre presente Impregilo, secondo cui il gruppo ravennate si era aggiudicata la gara con un offerta superiore alla propria di due miliardi di lire. La Cmc replicò alle accuse sostenendo che la scelta era ricaduta sulla propria offerta perché la marina militare statunitense aveva voluto premiare la qualità del progetto, quindi confermando le accuse lanciate da una delle multinazionali più attive nel settore delle infrastrutture non solo in Italia.
Da quel giorno il flusso di dollari nelle casse dei compagni è stato pressoché costante. Secondo i dati forniti dal Pentagono solo tra il 2000 ed il 2007 la Cmc ha ottenuto commesse per quasi 200 milioni di dollari per la base di Sigonella. Oltre al MegaII nel corso degli anni ha portato a casa anche il MegaIII, con la realizzazione di tutta una vera e propria stradale nella base, ed il MegaIV che ha portato alla realizzazione di una scuola ed alla costruzione di vari uffici, il tutto ovviamente ad uso e consumo del personale yankee di stanza a Sigonella.
La Cmc sarà pure una cooperativa rossa ma non si può certo dire che disdegni la politica militare Usa ed il suo importante ritorno economico.
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