(ASI) “Condividiamo i principi ispiratori della riforma fiscale, ma alcuni aspetti ancora non ci soddisfano: trovarsi di fronte, ad esempio, un Decreto legge sui bonus edilizi che anticipa un adempimento di 6 mesi è un errore.
Un nuovo rapporto tra fisco e contribuente si costruisce anche avendo rispetto delle nostre attività e dandoci la possibilità di pianificare il lavoro”. Lo ha detto Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, aprendo il 61° Congresso Nazionale dell’Unione, in programma a Caserta fino a domani. “Anche sul Decreto semplificazioni occorre sottolineare che l’obiettivo non è stato ancora raggiunto: il calendario fiscale resta molto denso e persino appesantito da un nuovo istituto introdotto dal governo, il concordato biennale preventivo”.
Per Andrea de Bertoldi, componente commissione Finanze della Camera dei deputati: “Dopo l’equo compenso siamo arrivati ad approvare la limitazione della responsabilità per i sindaci, quindi temi molto importanti per i professionisti e in particolare per i commercialisti. Adesso abbiamo in atto una semplificazione del fisco, creando un diverso rapporto con i contribuenti, basato sulla lealtà”.
Marco Osnato, presidente commissione Finanze della Camera dei deputati, ha evidenziato: “Abbiamo portato alla platea la testimonianza di quanto il governo e la commissione stanno svolgendo rispetto alla riforma fiscale. Una riforma volta a costruire un rapporto tra amministrazione finanziaria e cittadino più equo, per un fisco più equo, semplice e vicino alle esigenze dei cittadini”.
Secondo Emiliano Fenu, componente commissione Finanze della Camera dei deputati: “Temiamo che le proposte portate avanti dal governo siano un flop, che rischiano di complicare la vita ai cittadini e alle imprese, perché ci sarà una ulteriore complessità per lo scadenziario fiscale. Quello tra fisco e contribuente è un rapporto difficile, l’intenzione deve essere di migliorarlo”.
Elbano de Nuccio, presidente CNDCEC, ha sottolineato: “La riforma tributaria sta prendendo forma in maniera organica e sinergica e non a macchia di leopardo. E soprattutto con la collaborazione diretta dei commercialisti italiani in una fase di costruzione della norma, e non successiva. Questo vuol dire restituire centralità alla categoria”.
Stefano Distilli, presidente Cassa Dottori Commercialisti, ha spiegato: “Il rapporto tra fisco e contribuente non può prescindere da quello che ne è l’anello fondamentale rappresentato proprio dalla categoria dei dottori commercialisti, ma il passato dimostra come spesso le premesse, risultati e modalità che dovrebbero essere già da tempo acquisiti non sono stati mantenuti”.
Mentre Guido Rosignoli, vicepresidente Cassa Ragionieri, ha rimarcato: “Un nuovo rapporto tra fisco e contribuente deve diventare possibile, anche perché compliance e lotta all’evasione sono due facce della stessa medaglia. In questo senso la centralità del professionista, che deve indirizzare sul giusto percorso l’attività dell’imprenditore, è evidente”.
La prima giornata del Congresso, al quale sono iscritti 1200 commercialisti di tutta Italia, è stata aperta da Margherita Matrisciano, presidente del Comitato Organizzatore. Tra gli interventi quello di Pietro Raucci, presidente ODCEC Caserta, e Concetta di Gennaro, presidente UGDCEC Caserta.
Maddalena Auriemma - Agenzia Stampa Italia