(ASI) Mentre il Ministero dell’istruzione e del merito è al lavoro per definire il piano di azione, il mondo delle paritarie applaude ai controlli annunciati dal ministro Valditara a seguito della pubblicazione del dossier di Tuttoscuola: "Fanno emergere la serietà della maggior parte delle paritarie". "Le norme ci sono, vanno applicate". "Il Ministero ha sempre avuto i dati e gli strumenti per intervenire".
Per gli istituti scolastici paritari sospettati di rilasciare "diplomi facili" di maturità si preannuncia un periodo difficile. Dopo l’inchiesta di Tuttoscuola diffusa nei giorni scorsi, dal titolo "Maturità: boom di diplomi facili", è stata avviata al Ministero dell’istruzione e del merito "l’operazione legalità contro i diplomifici" preannunciata dal ministro Valditara. Come annunciato nel comunicato del Ministero, saranno rafforzati i controlli anche in itinere e si interverrà pure sul piano normativo anche per prevenire i probabili ricorsi e impugnative che gli istituti in discussione metteranno in atto. E’ prevedibile pertanto che sarà a breve definito un programma di controlli in loco sugli istituti sospetti, da effettuare in corso d’anno ripetutamente per accertare la presenza degli alunni, la loro residenza e il domicilio; registrando e documentando gli esiti delle verifiche. I controlli saranno concentrati all’inizio sulle tre regioni nelle quali risiedono i 92 istituti secondari superiori che presentano un fortissimo incremento di iscritti tra le quarte e le quinte classi dell’anno successivo: Campania (dove hanno sede 82 di quei 92 istituti), Sicilia e Lazio.
Dal dossier di Tuttoscuola emerge che i restanti oltre 1.300 istituti paritari secondari superiori presentano un andamento delle iscrizioni del tutto fisiologico o quasi.
In particolare dall’analisi delle iscrizioni ai 1.423 istituti paritari che portano studenti all’esame di maturità per gli anni scolastici 2020-21 (studenti iscritti al quarto anno) e 2021-22 (studenti iscritti al quinto anno), emerge che nel passaggio dal 4° anno al 5° dell’anno successivo quasi mille istituti (per la precisione il 73%) hanno registrato una diminuzione di iscritti o un incremento non superiore a 20 iscritti in più. Un altro 5% di istituti ha registrato un incremento da 21 a 30 iscritti, mentre un altro 4% da 31 a 40. C’è poi un ulteriore 12% di istituti con incrementi tra 41 e 70 iscritti, fino a quei 92 istituti (il 6,5% del totale) sui quali si addensano i maggiori sospetti: da 70 a oltre 200 maggiori iscritti, con percentuali di aumento fino a +6.800%. E’ evidente quindi che oltre quattro quinti delle scuole paritarie non sono minimamente toccate dal fenomeno del "salto di iscritti" che insospettisce.
Come ha reagito il mondo delle scuole paritarie all’annuncio della stretta voluta dal ministro Giuseppe Valditara, che ha anche dichiarato di aver ricevuto "insulti e minacce", ma che "non me ne frega nulla, io vado avanti, dobbiamo dare dignità alla scuola italiana".
Tuttoscuola lo ha chiesto ad alcuni dei principali rappresentanti di un universo variegato, composto da istituti confessionali, laici e comunali – che svolgono, in alcuni casi da secoli, un servizio pubblico insostituibile per il Paese, formando quasi uno studente su dieci, con tante eccellenze che raggiungono i più alti standard a livello nazionale e anche internazionale.
Per Virginia Kaladich, presidente della FIDAE, la federazione delle scuole cattoliche primarie e secondarie, "l’ispezione annunciata dal MIM è un atto giusto e dovuto ed è un passo necessario affinché la legge 62 del 2000 sulla parità scolastica trovi finalmente compimento. Oggi, a causa di alcune ‘mele marce’ persistono, purtroppo, ancora alcuni luoghi comuni sulle scuole paritarie che mettono a rischio e inficiano tutto il grande lavoro che Istituti scolastici, come molti di quelli cattolici, con secoli di storia, svolgono sul territorio nazionale. Quindi ben vengano le ispezioni che possano fare emergere la serietà, la qualità di una scuola che a 360 gradi pone al centro la crescita integrale delle nuove generazioni e non si contrappone alla scuola statale ma è integrata nel sistema pubblico di istruzione, come la legge 62/2000 sancisce".
Servono nuove norme per far chiudere i diplomifici ed evitare che rinascano sotto altre spoglie? "No – risponde Kaladich – "la legge già esiste, ci sono delle procedure sia a livello nazionale che regionale che vanno seguite scrupolosamente affinché si possano ad esempio accettare nuovi iscritti oppure candidati all’esame di Stato che provengano da altre regioni; va applicata la legge implementando i controlli e il personale adibito a tali controlli. E’ una situazione che mi ricorda la sicurezza sul lavoro: le leggi ci sono, ma bisogna che qualcuno vigili sulla corretta applicazione".
"Da sempre siamo contro i cosiddetti diplomifici e plaudiamo all’iniziativa ministeriale che vuole sopprimere tutte le forme di abuso - ha detto anche Luigi Sepiacci, presidente A.N.I.N.S.E.I, associazione di scuole laiche che è socio ordinario di Confindustria. Bene ha fatto Tuttoscuola che ha estratto i dati pubblici in possesso del Ministero, li ha incrociati, analizzati e infine ha elaborato un apposito dossier, grazie al quale sono partite le ispezioni ministeriali. Ricordiamo però che tali dati erano già in possesso del Ministero e che tutti gli strumenti per potere procedere alla repressione degli abusi esistevano già, garantiti dalla legge, ben prima che Tuttoscuola accendesse un meritorio faro su tutta la vicenda. Come Associazione di categoria chiediamo al Ministero un’attenta analisi dei dati di provenienza degli studenti, di residenza degli stessi e infine di frequenza alle scuole paritarie, perché non si può accedere per legge all’anno scolastico successivo, o agli esami di fine ciclo, senza avere frequentato almeno i tre quarti di tutte le lezioni calendarizzate".
Per Elena Ugolini, ex Sottosegretario all’Istruzione del Governo Monti e responsabile generale delle Scuole Malpighi, "è giusto che il ministero abbia annunciato maggiori controlli. E’ fondamentale che le scuole non siano abbandonate a loro stesse. Per noi al Malpighi anche recentemente questo controllo c’è stato per il quadriennale ed è stato fondamentale, un’occasione di confronto con una persona molto competente che aveva lo scopo di verificare, supportare e aiutare. Normalmente le scuole statali e non statali paritarie dovrebbero funzionare così. Il nostro sistema nazionale di istruzione, come prevede la legge 62 del 2000, dovrebbe essere veramente plurale e accessibile a tutte le famiglie, mentre attualmente chi sceglie per la scuola paritaria deve pagare due volte la scuola (con le tasse la scuola statale che non frequenta, con la retta la scuola paritaria che frequenta in base ad un di dover pagare una retta). E’ fondamentale che in questo sistema si creino le condizioni affinché ci sia una proposta educativa all’altezza dei bambini e dei ragazzi che le frequentano. Come è possibile garantirlo? Da una parte avendo personale qualificato ben selezionato, formato, che lavora con passione e con cura, dall’altra avendo un sistema nazionale di valutazione che cerca di dare feedback alle scuole e di intervenire su situazione problematiche".
"La realtà triste e meschina dei diplomifici è stata magistralmente affrontata da Tuttoscuola, in uno speciale dedicato al tema corredato di dati e documentazione ricchi e articolati – ha aggiunto Suor Anna Monia Alfieri, Legale Rappresentante delle Scuole Marcelline Italiane con incarichi di esperta presso i Tavoli sulle scuole paritarie del MIM. Il fenomeno dei diplomifici va sradicato perché getta ombre e crea fraintendimenti sulla scuola paritaria tutta. La scuola paritaria non è un diplomificio. La scuola paritaria è scuola pubblica, è scuola seria, è scuola con un proprio progetto formativo e culturale. La scuola paritaria seria deve poter svolgere il proprio servizio ai cittadini.
"Per decenni ho sollevato la questione, ma inutilmente – commenta Don Francesco Macrì, già presidente FIDAE -. Mi domando: sui territori dove i fatti contestati sono conosciuti da tutti, non ci sono le autorità preposte (direzioni regionali scolastiche, magistratura, finanza, etc.) a vigiliare ed eventualmente ‘reprimere’? A livello nazionale possibile che nessuno sappia nulla? Avrei tante cose da dire – conclude Don Macrì – ma concludo ringraziando Tuttoscuola per aver sollevato il caso, augurandomi che alle parole seguano i fatti e che nello stesso calderone non vengano messe le molte scuole paritarie che, con onestà e professionalità, svolgono il loro importante lavoro educativo nell’interesse del Paese".
Unanime l’apprezzamento per il lavoro svolto da Tuttoscuola con il dossier. Per la presidente della Fidae Kaladich "Tuttoscuola ha condotto l’inchiesta con grande senso del dovere e senza la paura che in tanti casi ferma il buon giornalismo. Hanno anteposto la verità ad ogni altro vincolo, con l’obiettivo di dare un contributo a tutto il sistema scolastico". Secondo Elena Ugolini "il servizio di Tuttoscuola è importante perché senza guardare in faccia la realtà, senza studiare i numeri rispetto a certi fenomeni, si va avanti sempre con dei preconcetti".
La versione integrale del dossier di Tuttoscuola "Maturità: boom di diplomi facili" è scaricabile per la stampa al seguente link: https://www.tuttoscuola.com/prodotto/maturita-boom-diplomi-facili-dossier/