(ASI) Roma - «Chiediamo al Ministro della Salute Orazio Schillaci di avviare urgenti ispezioni in tutti i centri italiani dedicati al trattamento di eventuali disforie di genere in minori, verificando se si stiano seguendo protocolli improntati a evidenza e prudenza scientifica o si indirizzino bambini e adolescenti alla transizione sessuale in nome di un’antiscientifica ideologia gender».
È quanto chiede in una nota Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, commentando la recente inchiesta de L’Economist circa le enormi falle nel sistema di trattamento della disforia di genere in minori negli Stati Uniti. Parlando di “tragedia” e mettendo in guardia sulla “leggerezza della scienza nel valutare gli effetti collaterali della medicina di genere”, l’Economist cita il vertiginoso aumento di persone pentite, notando come “le prove a sostegno delle transizioni di genere medicalizzate negli adolescenti sono preoccupantemente deboli” e gli stessi effetti collaterali “non sono ancora ben compresi”. Un studio citato dal Washington Times denuncia invece le “pressioni subite da adolescenti e genitori nelle cliniche di genere per accettare i processi di transizione”. Si tratta di denunce non isolate, se pensiamo che molti paesi, anche europei, pionieri nella transizione di genere, stanno ripensando o addirittura vietando questo iter, anche con la chiusura di intere cliniche come nell’ormai noto scandalo del Tavistock Center di Londra. «Mentre in tutto il mondo si corre ai ripari, in Italia la pressione dell’ideologia gender aumenta sui minori soprattutto a scuola, tramite strumenti illegali come la Carriera Alias e lezioni, corsi e progetti fondati sulla fluidità sessuale. Anche su questo fronte ci aspettiamo segnali politici inequivoci da parte del Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara» conclude Coghe.