(ASI) L’Istat rivede al ribasso il tasso di inflazione di marzo, che si attesta al 7,6%. Secondo l’Istituto di statistica segna una frenata anche il tasso relativo ai prodotti ad alta frequenza di acquisto, che passa da +9% a +7,6%).
Si conferma, quindi, il segnale di miglioramento sul fronte dei prezzi, influenzato principalmente dalla dinamica dei costi dei beni energetici, sul quale invitiamo, però, alla massima cautela. Infatti, seppur segni una crescita più contenuta, il tasso di inflazione determina ricadute estremamente onerose per le famiglie: secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori pari a 2.264,80 euro annui a famiglia.
A ciò si aggiungono i timori relativi alle nuove tensioni sul mercato dell’energia, di fronte alle quali abbiamo giudicato prematuro e rischioso l’allentamento dei sostegni a favore delle famiglie per far fronte al caro-bollette, i cui costi rimangono comunque ancora estremamente elevati.
Non bisogna sottovalutare, inoltre, che tali aumenti pesano in misura maggiore per le famiglie meno abbienti: la stessa Istat rileva come l’impatto dell’inflazione sia maggiore per queste ultime e si attesti al +12,5%, rispetto al +8,2% per le famiglie con capacità di spesa più elevata.
Questo non fa altro che aumentare le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà nel nostro Paese: una grave emergenza che il Governo dovrebbe affrontare con urgenza, avviando serie politiche di contrasto alle disuguaglianze e di sostegno alle famiglie, costrette a mettere in atto ancora molte rinunce e sacrifici.
In tal senso, secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, infatti, i cittadini continuano a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); a ricercare sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 48% dei cittadini); ad effettuare acquisti presso i discount (+11,6%).
È necessario e urgente invertire questa tendenza, avviando interventi mirati al sostegno dei redditi e del potere di acquisto delle famiglie, soprattutto quelle con minore capacità di spesa. Le risorse necessarie per tali operazioni dovranno essere reperite attraverso il potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all’evasione e all’elusione fiscale, disponendo anche un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie.