(ASI) Bruxelles - Non senza polemiche da parte del mondo dell'industria, il Parlamento europeo ha approvato a maggioranza (340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti) l'accordo raggiunto dall'Ue lo scorso 27 ottobre 2022 sul taglio delle emissioni di CO2 per auto e veicoli commerciali leggeri.
L'Europarlamento, ha deciso che al 2035, dovrà esserci il taglio drastico ma progressivo delle emissioni (55% per le auto e 50% per i furgoni entro il 2030) che nel 2050 dovranno essere pari a 0, col conseguente stop alla vendita fra 12 anni dei veicoli con motore termico, alimentato a benzina e diesel.
I costruttori di piccole quantità di veicoli annui, compresi tra i 1000 e i 10.000 per le auto e fra i 1.000 e i 22.000 per i furgoni avranno una deroga fino al 2035. I costruttori di meno di 1.000 unità annui saranno esentati.
Inoltre, la Commissione Europea ha iniziato il procedimento di revisione del regolamento per le emissioni di CO2 anche per i camion e gli autobus (0 emissioni dal 2030 per i bus che circolano in città e un drastico taglio del 90% delle emissioni per gli altri mezzi pesanti nel 2040).
Ma, quello che é approvato dal Parlamento Europeo non é legge nei singoli Stati che dovranno decidere se e come applicare quanto deciso dalla UE.
A tal proposito, l'Italia ha già fatto sapere tramite il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin che voterà contro il provvedimento sullo stop dei motori termici per il 2035.
La posizione del Governo Italiano, espressa a Bruxelles dal Ministro Pichetto, in buona sostanza é che "la transizione sia economicamente sostenibile e socialmente equa. Per Italia l'elettrico non è l' unica via per emissioni zero".
L’Italia, dunque, esprimerà una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita di auto e van con motori termici al 2035
"Pur condividendo gli obiettivi di decarbonizzazione, - si legge in un comunicato stampa del Ministro Pichetto - l’Italia sostiene che i target ambientali vadano perseguiti attraverso “una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”, pianificata e guidata con grande attenzione, per evitare ripercussioni negative per il paese sia sotto l’aspetto occupazionale che produttivo".
"L’Italia ritiene inoltre che la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l'unica via per arrivare a zero emissioni. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali" ha spiegato Pichetto.
"Una razionale scelta di neutralità tecnologica a fronte di obiettivi ambientali condivisi - ha continuato il Ministro dell'Ambiente - deve consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti, tenendo conto delle diverse realtà nazionali, e con una più graduale pianificazione dei tempi.
“L'utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici - afferma il ministro Pichetto - contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini”.
Da più parti del mondo dell'economia e del lavoro nel Belpaese si spera che la richiesta dell'Italia sia approvata, ma la situazione fa ben sperare considerandolo che altri Stati come la Germania non sono d'accordo col provvedimento del Parlamento Europeo che vieta la vendite dei veicoli a motore termico entro il 2035, altrimenti saremo costretti a chiudere le nostre aziende e a importare la tecnologia da mercati esteri come, ad esempio, quelli cinese e americano, col definitivo collasso del sistema economico non solo nazionale, ma europeo.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia