(ASI) Nel totoministri che impazza in queste ore o, meglio ancora, sul tavolo dei ragionamenti di natura politica e strategica relativi al prossimo assetto che la premier in pectore Giorgia Meloni dovrà dare al nuovo governo di centrodestra, c’è anche il dossier legato al mondo dell’export con la richiesta chiara e netta giunta dagli imprenditori del settore di dare priorità al ripristino del Ministero per il Commercio Estero. L’istanza degli imprenditori impegnati a diffondere il made in Italy nel mondo lanciata con forza dagli Stati gnerali dell’Export, tenutisi proprio nell’immediata vigilia del voto per le elezioni politiche, pare stia riscuotendo attenzione nei summit che la leader di Fratelli d’Italia sta tenendo con gli alleati. E tra i possibili spacchettamenti dei superministeri, in tal caso di quello del Ministero dello Sviluppo Economico, vi sarebbe tra le possibilità il ritorno in auge del dicastero teso a proteggere e valorizzare un settore che da solo vale 1/3 de Pil italiano.
Tra le principali preoccupazioni degli imprenditori italiani vi è, infatti, il deficit di competitività rispetto a partner quali Spagna e Francia, dovuta ad un minore costo dell’energia prodotta, col rischio di veder crollare l’export dei prodotti alimentari italiani, che rappresentano il 10% dei beni esportati dal nostro Paese.
In pole position tra i possibili inquilini di un ministero più che mai strategico, specie in una parentesi geopolitica e economica complessa qual è quella che stiamo vivendo, ci sarebbe proprio colui il quale si è reso portavoce, attraverso il Forum dell’Export di Ravenna, dell’appello degli imprenditori alla politica. Si tratta di Lorenzo Zurino, 37 anni, di Sorrento, capofila dell’esportazione dell’industria alimentare italiana verso Stati Uniti e Israele. Manager dal riconosciuto talento, stimato e tenuto in considerazione nei salotti delle grandi famiglie dell’industria italiana: dagli Agnelli, ai Marzotto, dai Riello ai Benetton, Zurino è stato premiato nel 2018 come eccellenza dell’anno dalla Borsa di Milano e nel 2019 come imprenditore rivelazione tra i giovani dal Niaf (National Italian American Foundation) di New York, in queste settimane si trova negli Stati Uniti per incontri economici ma anche istituzionali a Washington da dove, nelle prossime settimane, si sposterà a Chicago per partecipare all’Italian Heritage Month dove è l’unico italiano tra gli ospiti d’onore.
Lorenzo Zurino sarà ospite del Joint Civic Committee of Italian Americans, avendo ricevuto una lettera personalizzata dal Presidente Ron Onesti, che si è definito onorato di avere nella giornata più importante del mese, il Columbus Day del prossimo 11 Ottobre, una personalità italiana in grado di incarnare i valori del duro lavoro e dell’impegno costante per promuovere il Made In Italy. Va detto che il Ministero del Commercio internazionale ha una storia che coincide con gli albori della Repubblica, o meglio la precede di sei mesi. Era, infatti, il 22 dicembre del 1945, quando i Padri Costituenti si preoccuparono di stabilire un dicastero che si occupasse esclusivamente del supporto agli affari internazionale delle imprese italiane, particolarmente vocate all’esportazione della loro qualità. Già allora utilizzarono la formula, poi divenuta un vero e proprio marchio del Made in Italy. Lo fecero in maniera del tutto incosciente: nessuno allora, con una nazione completamente distrutta dai tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale poteva prevedere che l’etichetta posta ad indicare la produzione italiana sarebbe diventato un simbolo di qualità e garanzia di professionalità a livello globale.