(ASI)Roma - "Grazie alla legge di bilancio del 2022, il parlamento Italiano, ha dato il via agli aumenti per consiglieri, assessori e sindaci. Si tratta di un aumento considerevole che in vari casi raddoppia gli importi precedentemente ricevuti dagli amministratori locali. Secondo il parlamento.” Indennità eccessivamente basse rappresentano un disincentivo alla partecipazione politica a tempo pieno.”
La nuova norma prevede, per i comuni delle regioni a statuto ordinario, che l’indennità del sindaco sia parametrata a quella del presidente di regione, in proporzione al numero di residenti ma anche alle funzioni ricoperte dal comune. Ovvero se si tratta di città metropolitane, capoluoghi di regione o di provincia. Pertanto ci troviamo nella situazione che il Sindaco di Cuneo o Rieti, città capoluogo di provincia, con un comune di meno di 50.000 abitanti, avrà uno stipendio pari a 9660,00 euro nel 2024 rispetto ai 4596,00 euro del 2021; al contrario, il Sindaco del Comune di Giugliano in Campania avrà uno stipendio di 3000,00 euro inferiore al sindaco di Cuneo pur amministrando un comune di più di 120.000 abitanti ma non essendo capoluogo.
Anche Roma e Rieti, tra gli altri comuni, stanno provvedendo all’incremento degli stipendi dei consiglieri mentre, Viterbo ha già provveduto nel mese di maggio.
Sulla questione è intervenuto con una nota il coordinatore regionale del Movimento Nazionale – La Rete dei Patrioti, Arenare Valerio:” L’aumento degli stipendi di consiglieri, assessori e sindaci è un vero affronto verso chi sta vivendo momenti di grande difficoltà economica a causa della crisi economica causata dall’emergenza sanitaria negli ultimi anni. Ci sono famiglie che non hanno più i mezzi di sostentamento e, vedere, sindaci e assessori che si raddoppiano gli stipendi è vergognoso. Ancor più vergognoso vedere avviata la procedura in un comune come Roma dove la giunta comunale è completamente assente e la città, soprattutto in periferia, è sommersa da rifiuti e invasa da cinghiali e topi. Soldi che potevano essere utilizzati per aiutare gli italiani o per migliorare le città, ora andranno nelle tasche dei soliti pochi. Anche comuni minori stanno adeguando gli stipendi degli amministratori – continua Arenare - ad esempio Tivoli in provincia di Roma a dimostrazione che, semmai ci fosse stato bisogno di conferma, si amministra per il potere ed il denaro e non per il bene dei cittadini. Assurdo, inoltre, che assessori e consiglieri di comuni con più di 100.000 abitanti vadano a prendere meno di comuni con poche decine di migliaia di abitanti solo perché non capoluogo di provincia. In sostanza un altro pasticciaccio all’Italiana e un ennesima beffa per gli Italiani”. Così conlude la nota di Arenare Valerio della Rete dei Patrioti.