(ASI) “Ormai è tutto chiaro: l’attacco hacker al sistema informatico della Regione Lazio non era una cospirazione internazionale, né, tantomeno, un’azione terroristica: si è trattato di un’azione di volgari pirati informatici, i quali, anziché trovarsi davanti un sistema superprotetto, come si immagina debba essere quello che contiene i dati sensibili di milioni di cittadini, hanno avuto vita facilissima, penetrando senza problemi nelle difese colabrodo approntate dalla Regione Lazio".
È quanto dichiara in una nota Fabrizio Santori (Lega).
"Senza dimenticare che più della metà dei sistemi informatici andati distrutti e che andranno ricostruiti con una spesa per le casse regionali ancora da quantificare ma che si potrebbe aggirare intorno ai 10 milioni di euro. Lo scandalo vero, dunque, non è l’attacco degli hacker, che purtroppo nel 2021 rappresenta un fatto criminale di ordinaria amministrazione, ma la nullità della protezione dei dati sensibili dei cittadini e dei lavoratori della Regione Lazio".
"Questo malgrado ci sia una società regionale che si occupa quasi esclusivamente di informatica, con dirigenti profumatamente pagati, ovviamente di stretta osservanza zingarettiana. Eppure, ancora oggi, nessuno di loro ha lasciato il suo incarico, nessuno ha avuto la dignità di dire ‘abbiamo fallito, andiamo a casa’. Tutti restano al loro posto, con la solita faccia tosta. A partire dall’inutile Zingaretti, che continua a collezionare brutte figure e clamorosi fallimenti. Sconfitto e costretto a lasciare la guida del Pd, Zingaretti dimostra ogni giorno di essere totalmente incapace di governare la Regione. Lo abbiamo visto con la vergognosa vicenda dei rifiuti di Roma, distribuiti a pioggia in tutto il Lazio, ne abbiamo avuto la conferma con l’attacco hacker. È arrivato il momento che questo signore, che per giustificare i suoi fallimenti inventa addirittura complotti internazionali, vada a casa. Zingaretti deve dimettersi subito: per il bene della Regione Lazio e dei suoi cittadini”.