(ASI) Roma - “Il Quarto Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia, intitolato ‘Capitale Naturale: la nostra eredità’ rileva che il 25% delle specie di uccelli sono gravemente minacciate, il 39% della superficie nazionale ha ecosistemi in pericolo, vulnerabili e a rischio - gravemente minacciate le ecoregioni adriatica e padana - e nell’ultimo secolo sono state perse il 30% delle praterie marine.
Nel rapporto risalta un chiaro e forte proponimento: “la nostra deve essere la prima generazione capace di lasciare i sistemi naturali e la biodiversità dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato”.
Lo ricorda nel suo intervento durante il convegno “Capitale Naturale e Servizi Ecosistemici dei Fiumi” il senatore del Movimento 5 Stelle, Ruggiero Quarto.
“Tra gli obiettivi ottenere, entro il 2030, il blocco della perdita della biodiversità, l’inversione dei processi del suo degrado e i primi risultati di una grande “opera pubblica” di ripristino dei nostri ambienti terrestri e marini, che costituiscono la base fondamentale del benessere e della salute di noi tutti e che favoriscono l’economia e l’occupazione”.
Richiamando gli ultimi avvenimenti che hanno sconvolto il Nord-Europa e il Nord Italia Quarto afferma che “il leitmotiv è in tutti i casi lo stesso: corsi d’acqua imbrigliati, canalizzati, deviati, tombati, maltenuti, consumo spropositato di suolo e un’errata pianificazione del territorio, esasperata dal cambiamento climatico, dovuto al surriscaldamento globale, innescato dai gas serra climalteranti di origine antropica, che inaspriscono gli eventi meteoclimatici estremi”.
“Nel cosiddetto consumo di suolo si altera o, peggio, si blocca la sua funzione ecosistemica. Per i fiumi, si rubano i loro spazi vitali, che spesso, prima o poi, tendono ad essere ripresi, impetuosamente”
“Ritengo necessario tutelare i fiumi -dichiara Quarto -, per la basilare funzione di raccordo naturale tra la montagna e il mare. L’acqua, poi, assume un ruolo strategico e prioritario nella protezione dell’ambiente e contrasto alla crisi climatica in atto. Ma per svolgere tale ruolo non deve essere inquinata. In Italia la situazione delle acque dolci è grave e l’inadeguata applicazione della direttiva quadro europea sulle acque è testimoniata dal fatto che solo il 43 per cento dei 7.494 fiumi avrebbero raggiunto un «buono stato ecologico», mentre il 41 per cento è ben al di sotto dell’obiettivo di qualità e un 16 per cento non è stato classificato”. “La Commissione europea ha avviato procedure istruttorie Eu Pilot per l’indiscriminato sfruttamento delle acque a scopo idroelettrico e per la non corretta applicazione della Direttiva Quadro Acque. Purtroppo, anche la biodiversità delle acque dolci è fortemente in crisi in Italia” conclude Quarto.