(ASI) "In un epoca come quella di oggi la capacità di discernimento (distinguere il bene dal male) ed il libero arbitrio (la libertà di scegliere) sono la chiave dell’evoluzione della nostra società.
Riportiamo solo oggi, a distanza di tempo, un importante articolo del giornalista Peter Doshi del British Medical Journal la rivista scientifica più prestigiosa al mondo assieme al The Lancet, il quale interveniva sui risultati di efficacia dei vaccini. L’articolo risale al 26 novembre 2020 ed è oggi più che mai attuale, le sue dichiarazioni pongono serie riflessioni, visti i numerosi casi di razioni avverse nonché decessi provocati dal vaccino Covid-19. Peter Doshi è un senior editor presso The BMJ e nel team di News & Views. con sede a Baltimora, è anche assistente professore di ricerca sui servizi sanitari farmaceutici presso la School of Pharmacy dell'Università del Maryland.
La sua ricerca si concentra sulle politiche relative alla sicurezza dei farmaci e alla valutazione dell'efficacia nel contesto della regolamentazione, della medicina basata sull'evidenza e dei dibattiti sull'accesso ai dati. Potrebbe esserci molta più complessità, sostiene Doshi, nell'annuncio sull’efficacia del vaccino comunicato da Pfizer e Moderna pari al 95%. Peter Doshi, entra nel merito e affonda il colpo spiegando che: 'questi risultati si riferiscono all'endpoint primario degli studi di covid-19 di qualsiasi gravità e, soprattutto, non alla capacità del vaccino di salvare vite umane, né alla capacità di prevenire l'infezione, né all'efficacia in sottogruppi importanti (ad es. Anziani fragili). Quelle rimangono ancora sconosciute, aggiunge inoltre che questi risultati riflettono un punto temporale relativamente presto dopo la vaccinazione e non sappiamo nulla delle prestazioni del vaccino a 3, 6 o 12 mesi, quindi non possiamo confrontare questi numeri di efficacia con altri vaccini come i vaccini antinfluenzali (che vengono giudicati su una stagione). In quarto luogo, i bambini, gli adolescenti e gli individui immunocompromessi sono stati in gran parte esclusi dagli studi, quindi ci mancano ancora dati su queste importanti popolazioni.’
A differenza di un normale placebo salino, scrive Doshi, gli studi di fase iniziale hanno suggerito che gli eventi avversi sistemici e locali sono comuni in coloro che ricevono il vaccino. In uno studio Pfizer, ad esempio, spiega che più della metà dei partecipanti vaccinati ha sperimentato mal di testa, dolori muscolari e brividi, ma gli studi di fase iniziale erano piccoli, con ampi margini di errore intorno ai dati. Finora sono stati rilasciati pochi dettagli dai grandi studi di fase 3. Il comunicato stampa di Moderna afferma che il 9% ha sperimentato mialgia di grado 3 e il 10% affaticamento di grado 3; La dichiarazione di Pfizer ha riportato che il 3,8% ha sperimentato stanchezza di grado 3 e il 2% mal di testa di grado 3. Gli eventi avversi di grado 3 sono considerati gravi. In sintesi da quanto si apprende dalle parole di Peter Doshi la necessità di di assicurazioni basate sui dati che gli studi non siano stati inavvertitamente aperti.
Conclude Doshi né Moderna né Pfizer hanno rilasciato alcun campione di materiale scritto fornito ai pazienti, quindi non è chiaro quali eventuali istruzioni siano state fornite ai pazienti riguardo all'uso di medicinali per trattare gli effetti collaterali dopo la vaccinazione, ma il modulo di consenso informato per il vaccino di Johnson e Johnson la prova fornisce una tale raccomandazione: “Dopo la somministrazione di Ad26.COV2.S, febbre, dolori muscolari e cefalea sembrano essere più comuni negli adulti più giovani e possono essere gravi. Per questo motivo, ti consigliamo di prendere un riduttore di febbre o un analgesico se i sintomi compaiono dopo aver ricevuto la vaccinazione o su consiglio del medico dello studio. "Potrebbe esserci molta più complessità nell'annuncio "efficace al 95%" di quanto non sembri, o forse no. Solo la piena trasparenza e il controllo rigoroso dei dati consentiranno un processo decisionale informato. I dati devono essere resi pubblici.’ A queste motivazioni si legano le numerose perplessità di operatori sanitari che non voglio sottoporsi alla vaccinazione, aspetto questo del tutto condivisibile da parte della nostra organizzazione politica, in quanto la vaccinazione deve rimanere una libera scelta da parte di ogni individuo." Lo dichiara in una nota il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore, Mauro Tiboni (MIC)
Note
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