(ASI) Roma - “Il leader della Lega Salvini dichiara che bisogna correre e dice no alla mini flotta. Aggiunge che non sa chi abbia gestito il dossier prima e soprattutto cosa abbia fatto.
Gli ricordo che il governo Conte II ha messo a disposizione del vettore nazionale ben 3 miliardi e scegliendo un commissario che di mestiere fa il curatore fallimentare, visto che c’era da gestire una procedura complessa ad alto tasso di specializzazione, non sempre presente neppure nei Ministeri che si sono dovuti occupare del dossier. Sarebbe stato difficile anche solo parlare di Alitalia senza questi aspetti”. Commenta così Giulia Lupo, Senatrice del Movimento 5 Stelle le dichiarazioni di Salvini dopo l’incontro con i rappresentanti sindacali di Alitalia.
“Il Conte II ha predisposto un rilancio del vettore nazionale nel rispetto delle norme e in considerazione del mercato ma in prospettiva, pensando alla ripresa che sta già avvenendo attraverso le prenotazioni di chi rilancia network nuovi. Un governo che non ha mai pensato ad una compagnia "meno pesante” perché così vola meglio. Se Salvini la pensa come la sottoscritta ed il Movimento 5 Stelle, può sicuramente alzare anche lui la voce contro la UE che pare abbia anche voglia di snellire di parecchio Alitalia degli slot dell'aeroporto di Linate, dandoli ad "altri". E magari farsi sentire con i ministri interessati, a partire da Giorgetti, che fino a prova contraria fa parte del suo stesso partito.
Un consiglio non richiesto per Salvini: punti ad una flotta di almeno 70 aeromobili, con un bel messaggio alla UE: ovvero che va bene la discontinuità, a patto però che venga gestita in autonomia senza che la stessa Unione ci detti il piano industriale. Se il segretario della Lega è disponibile, andiamo in sede europea a dirlo insieme a questi signori: questo dossier è un osso duro, e non risolverlo può essere sempre una buona opportunità per prendere consenso. Il punto è che ormai non c'è più tempo. Il Paese e i territori su cui opera la compagnia e con l’indotto verranno devastati se non si alza la testa ora e con fermezza. Il Governo deve farsi sentire, e magari prendere esempio da altri vettori che a Bruxelles, quotidianamente, svolgono una importante attività di lobby pro domo loro. Chi cura gli interessi della compagnia di bandiera a Bruxelles? Noi ci siamo”.