(ASI) Apprendiamo oggi che la Corte d’Appello di Genova ha sentenziato che “la sovranità può essere ceduta e l’adesione dell’Italia all’Unione Europea è legittima”. E’ questo l’esito della sentenza nel secondo grado di giudizio.
La causa promossa dall’Avv. Marco Mori aveva lo scopo di ottenere una pronuncia che affermasse con nettezza che la sovranità non poteva essere ceduta e che l’adesione dell’Italia ai Trattati Europei era ed è illegittima. La Corte composta dalla dott. Ssa Carmela ALPARONE (Presidente), dal dott. Ssa Angela LATELLA (Consigliere), dalla dott. Ssa Maria Laura MORELLO (Consigliere relatore) invocando l’articolo 11 della Carta Costituzionale ha deciso per la legittimità della ratifica dei trattati europei da parte dell’Italia. Secondo la Corte il diritto alla sovranità enunciato dall’articolo 1 della Carta Costituzionale, esercitato attraverso il diritto di voto, trova limite nell’articolo 11. L’articolo 1 della nostra Carta recita «La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Nonostante questo articolo sia un pilastro fondante della nostra Costituzione (in quanto oltre alla Sovranità introduce il principio fondante dell’Italia come Repubblica democratica fondata sul lavoro) la Corte entra a gamba tesa, appellandosi all’art. 11. L’art. 11 stabilisce che: "L’Italia.. consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.” Secondo la Corte quindi l’art. 1 trova limite nell’articolo 11 Costituzione, il quale prevede le condizioni alle quali le limitazioni alla sovranità possono essere disposte. Riteniamo completamente errata tale valutazione in quanto è evidente che è stata la stessa Europa ha violare principi contenuti nell'articolo 11 della nostra Carta. Nello specifico ci riferiamo al contenuto dell’art. 11, ovvero che l'Italia «consente in condizioni di parità con gli altri Stati alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni, promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Due sono le valutazione che la Corte ha ignorato. La prima che al di là di comprendere quali siano le condizioni di parità (economiche, fiscali, ecc.) oggi non sussiste alcuna parità all’interno dell’Unione Europea. L’unica parità che forse esiste oggi, è la volontà dei Governi nel procedere con le vaccinazioni di massa per il Covid-19. La seconda valutazione non meno importante, riguarda il termine “limitazioni” contenuto nell’art. 11. Assunto che fa intendere che si parla di "limitazione" di sovranità, e non certo di “cessione”, come ha sentenziato la Corte di Genova. Per entrare ancor più nel merito, è bene rammentare, come sostengono illustri Costituzionalisti, che i Padri Costituenti si riferivano in maniera esplicita ad Organizzazioni transnazionali quali le Nazioni Unite. Non di certo ad un mostro giuridico quale l'Unione Monetaria Europea. La pretesa ormai acquisita dall'Unione Europea di promuovere o bocciare le leggi di bilancio dei singoli Stati aderenti, va ben oltre al principio della "limitazione" di sovranità consentite dall’art. 11 della nostra Costituzione. Condividiamo appieno quanto sostenuto dall'Avv. Mori che con la ratifica dei trattati di Maastricht, di Lisbona e del Trattato sulla Stabilità, lo Stato italiano si è spogliato della sovranità monetaria ed economica in violazione dei principi costituzionali, cagionando un danno ad ogni cittadino. Dal canto nostro riteniamo che l'unico soggetto che possa decidere le sorti della sovranità sia il Popolo Italiano. Lo dichiara il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore (MIC).