Tiboni (MIC): “Economie diverse devono avere monete diverse”

tiboni40 copy(ASI) Perché economie diverse devono avere monete diverse? La risposta è molto semplice in quanto in economia vige il principio che "il debole diventa sempre più debole ed il forte diventa sempre più forte".

Questo è ciò che si è sempre verificato nel corso di questa finta Unione Europea. Ci viene da sorridere verso colore che sostengono “in Europa non ci siamo fatti rispettare, ora è arrivato il momento di farlo”, un’eresia vera e propria. Non si può dimenticare che nei rapporti fra diverse economie, la moneta ha sempre assunto il ruolo di “ammortizzatore”. L'economia che si trova in una situazione di difficoltà vedrà la sua moneta svalutarsi. Ovvero il prezzo di quella moneta si riallineerà al giusto prezzo di mercato, così consentendo un recupero di competitività. Ma con una moneta unica come l’euro, il principio della svalutazione non è applicabile, e l'unica alternativa per recuperare la competitività rimane quella del taglio dei salari e dell'aumento di produttività attraverso i licenziamenti. Fu la stessa Commissione dell'Unione europea con un report del gennaio 2014, che confermò tutto questo, rivelando che: «Venuta meno la possibilità di svalutare la moneta, i Paesi della zona euro che tentano di recuperare competitività sul versante dei costi devono ricorrere alla “svalutazione interna” (ovvero contenimento di prezzi e dei salari). Questa politica ha sempre presentato limiti e risvolti negativi, non da ultimo l'aumento della disoccupazione e del disagio sociale. Tutti coloro che sostengo questo postribolo chiamato Europea se ne sono ben consapevoli. Ricordiamo che Theo Waigel, ex ministro delle Finanze tedesco, il 10 luglio 2016 disse: “con un'uscita dell’Italia dall'euro ed un taglio netto del debito la sua crisi interna finirebbe di colpo”. Quanto riportato, sono una delle tante ed innegabili motivazioni (finite oggi in soffitta) per le quali si rende necessaria l’uscita dall’Europa. Furono pubblicate da Libero nel 2016, a firma del Filosofo Paolo Becchi e dell’Imprenditore Fabio Dragoni. Non servono “professori" dell’economia, ci è bastato Mario Monti, serve documentarsi e far tesoro degli accadimenti, sempre che il fine sia il bene del Paese. Lo dichiara il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore (MIC)

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