(ASI) La battaglia che oggi l’Italia sta combattendo contro il Covid-19 non è stata sostenuta da un piano pandemico aggiornato. “Se serviva una ulteriore conferma – commenta il Segretario Nazionale della UGL Sanità Gianluca Giuliano – questa è certificata dal dossier di un esperto qualificato come il Generale Pier Paolo Lunelli, autore di protocolli per piani pandemici in diversi Stati europei ed ex responsabile della Scuola interforze per la difesa Nbc.
Le colpe istituzionali sono evidenti per non essersi messi al passo, dal 2007 a oggi, per prevenire e affrontare il diffondersi del Coronavirus”. Quello che sarebbe servito per fronteggiare la pandemia, e servirà per ripensare il futuro di un nuovo SSN, è alla base delle richieste della UGL Sanità. “C’è necessità di investimenti mirati sul personale per la gestione delle emergenze, aumentandone il numero con l’immissione di forze nuove attraverso forme di contratto a tempo indeterminato e di riqualificare la formazione costantemente. Bisognerà utilizzare le risorse del Recovery Plan per migliorare la qualità dell’assistenza e rendere le strutture più sicure per i lavoratori. A tal proposito il crescente numero di contagiati tra gli operatori della sanità continua a essere un dato assolutamente allarmante come confermato dall’Inail che dichiara, sui 131.090 casi di denunce nel 2020 un 68,8% riferito ai professionisti del settore. Sarà essenziale l’aumento di posti letto e terapie intensive ma anche un potenziamento dell’assistenza territoriale che consenta una gestione di qualità dell’ordinario e di affrontare eventuali nuove circostanze straordinarie”.