(ASI) Roma - «Qualcuno faccia finalmente chiarezza su quanto sta accadendo da molti mesi a questa parte, a partire dalla seconda ondata del Covid, in una Regione straordinaria a cui sono molto legato. Stiamo parlando del “mio” Molise e in particolare della situazione del Cardarelli di Campobasso, dove per settimane abbiamo denunciato la scabrosa emergenza dei contagi del personale infermieristico, esposti costantemente al rischio, sempre in prima linea, in un ospedale ahimè vetusto, con protocolli di sicurezza discutibili.
Oggi siamo qui a raccontare una nuova terribile emergenza: il Molise è agli ultimi posti, tra le regioni italiane, per numero di vaccini somministrati. Solo fino al 2 gennaio si viaggiava con una percentuale indecorosa: 1,7% delle fiale, a disposizione, usate. Ci informano che appena ieri sono ripartiti i vaccini dopo giorni e giorni di buio assoluto. Poco oltre 300 le persone vaccinate, oltre 50 nelle ultime 24 ore, che rispetto alle 2975 dosi a disposizione fanno il 12% per cento delle fiale usate. Ben altra cosa rispetto all’1,7% di pochi giorni fa, ma ancora poco, troppo poco per uscire dal tunnel!
Vogliamo la verità su quanto sta accadendo in un territorio dove ho operato come infermiere, in prima linea, con un'organizzazione che un tempo non aveva nulla da invidiare alle altre eccellenze italiane e che oggi mi fa male vedere in queste condizioni! Siamo ben felici che le vaccinazioni siano ripartire ma non è possibile un black out di oltre una settimana, la cosa non si deve ripetere.».
Così in una nota Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, denuncia ancora una volta “il caso Molise”.
«I nostri referenti regionali ci informano della gravità del focolaio contagi in atto da giorni al Cardarelli e ci dicono che un'alta percentuale di operatori sanitari del reparto chirurgia si sono infettati di covid. Inoltre, come se non bastasse, ci vengono segnalati i casi di siringhe che, almeno inizialmente non erano a norma.
Diciamo basta con gli scarica barile e le diatribe politiche in un momento in cui la salute dei cittadini e dei professionisti della sanità deve essere al primo posto».