(ASI) Roma - Il Coordinamento Nazionale Operatori Socio Sanitari della FSI-USAE prende atto dell’approvazione del provvedimento che chiarisce la portata della legge 3 del 2018 per gli OSS e, dopo 40 anni, modifica il DPR 761/79 per spostarli – insieme ad altri professionisti nel nuovo Ruolo Socio Sanitario.
L’importante provvedimento, appena approvato, diventerà definitivo entro pochissimo tempo e cambierà moltissimo nell’assetto contrattuale della figura dell’Operatore Socio Sanitario che pur continuando a svolgere il proprio lavoro come prima ora potrà accedere a delle indennità che prima gli erano precluse.
Il Coordinamento Nazionale OSS ha appreso la notizia nel corso di un incontro con il Segretario generale della Federazione, Adamo Bonazzi, che ha seguito i lavori parlamentari. L’impegno della FSI-USAE per gli OSS non è nuovo, in più legislature ha presentato più specifici disegni di legge per correggere l’inquadramento degli Oss cercando di garantire un giusto inquadramento ed un possibile percorso di crescita professionale.
“Gli O.S.S. sono in prima linea ma sino ad ora non erano considerati. Eppure senza di noi mancherebbe un anello importante dell’organizzazione ospedaliera e territoriale. Il COVID-19 ha colpito gli OSS al pari di infermieri, medici ed altri professionisti sanitari, facendo anche dei morti, ma la nostra esistenza era quasi ignorata dalla stampa e dai cittadini” dice Marco Cavallaro per il Coordinamento Nazionale Operatori Socio Sanitari, che aggiunge: “questa norma rivede le basi normative della nostra professione anche se c’è ancora molta strada da fare per la questione delle competenze. Era ora che la nostra professione fosse considerata e c’è soddisfazione per la modifica dell’inquadramento nel nuovo ruolo Socio Sanitario, ma la nostra battaglia non finisce qui. Non siamo gli sguatteri della sanità.”. Così in una nota della FSI-USAE, Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione USAE .